L’incredibile storia del capolavoro conteso. Così la Madonna del Parto rischia (di nuovo) lo sfratto – .

L’incredibile storia del capolavoro conteso. Così la Madonna del Parto rischia (di nuovo) lo sfratto – .
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Un anno fa l’ultimo sopralluogo del Ministero. Oggi continua l’attesa (che va avanti da circa 30 anni) per scoprire quale sarà il destino del capolavoro che Piero della Francesca dedicò a sua madre. Intanto, il celebre affresco raffigurante la “Madonna del Parto” resta nella teca allestita in via della Reglia, a Monterchi, dove ogni anno viene ammirato da migliaia di visitatori. Circa 23mila nel 2023, mentre prima della pandemia i biglietti venduti arrivavano a 25mila. Numeri esorbitanti per il piccolo comune, incastonato tra Toscana e Umbria, che conta poco più di 1700 abitanti. Ma una decisione potrebbe essere presa presto. O almeno lo sperano i residenti e l’amministrazione.

Per maggio, infatti, è previsto un nuovo incontro tra i principali attori: Comune, Soprintendenza e Ministero. “L’auspicio è che l’opera rimanga nell’attuale museo”, dice il sindaco Alfredo Romanelli, mentre si prepara a condurre la sua terza campagna elettorale. In realtà, dopo il sopralluogo del 27 marzo 2023, quando su richiesta dello stesso sindaco, Emanuele Merlino, capo della segreteria tecnica del ministro Gennaro Sangiuliano e Giorgio Brugnoni, funzionario ministeriale, arrivarono a Monterchi, ci furono incontri ufficiosi. Secondo quanto trapelato, il ministero perorerebbe la causa del Comune, anche perché gli “inviati” hanno preso atto della presenza di un vero e proprio museo civico, con un percorso turistico, che sta portando molti visitatori anche nelle località altrimenti spopolate centro storico.

Ipotesi di ricollocazione

Ma quali sono le ipotesi per la location? Come accennato, l’amministrazione comunale vorrebbe conservare il capolavoro all’interno dell’ex scuola elementare (edificio alle pendici del centro storico) dove è stato collocato nel 1992 e custodito in un’apposita teca che ne garantisce la conservazione. Il Consiglio di Stato, però, si è espresso diversamente. Secondo i giudici l’affresco è “inseparabile dalla prima collocazione”. Oggi però praticamente non esiste più. L’edificio dove è stato realizzato l’affresco, la chiesa di Santa Maria Momentana, è stato semidemolito e ricostruito due volte in tre secoli. Ciò implica che, in caso di spostamento, l’affresco ritornerebbe nella sua sede originaria, ma in una struttura più piccola (una cappella cimiteriale) che è stata ricostruita. In particolare, gli interventi risalenti agli anni 1955-1956 hanno modificato l’originario orientamento est-ovest dell’edificio, chiudendo così l’antico ingresso settecentesco della chiesa e aprendone uno nuovo sul lato meridionale. Di conseguenza, l’affresco dalla parete orientale fu spostato su quella rivolta a nord: “Una posizione – dicono i detrattori del ritorno alla chiesa originaria – lontana dalle condizioni di luce in cui fu affrescata da Piero della Francesca”.

Nella contesa ebbero un ruolo anche le Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, che chiedevano a gran voce un luogo che potesse consentire il culto. Nell’aprile del 2009, cioè 15 anni fa, fu proposta una soluzione alternativa: quella di collocarlo nella chiesa di San Benedetto, che si trova proprio di fronte all’edificio dove attualmente si trova l’affresco. Ma se comune e diocesi raggiunsero un accordo, non ci fu il benestare della Soprintendenza che già 10 anni prima aveva valutato inadeguata questa soluzione a causa delle eccessive dimensioni architettoniche (ritenute incoerenti con l’affresco) e dello stato precario della struttura. .

Il mondo politico si schiera

Negli ultimi anni, però, la soluzione caldeggiata dal Comune ha trovato il consenso del mondo politico locale. A partire dal presidente della Regione Eugenio Giani, che pur appartenendo a un partito politico completamente diverso ha dichiarato pubblicamente che lo spostamento sarebbe stato un errore: “È vero – ha dichiarato – che la Madonna del parto è stata stabilizzata in un luogo diverso dalla collocazione originaria ma è pur sempre un luogo che, nel corso degli anni, ha acquisito una progressiva identità legata a quest’opera, con una buona risposta dei flussi turistici e del sistema economico di Monterchi. Credo che spostarlo dalla sede attuale sia sbagliato”.

L’anno scorso anche il critico d’arte, allora sottosegretario al ministero Vittorio Sgarbi (che conosce Monterchi e ha visitato più volte La Madonna del Parto) riteneva l’attuale ubicazione la migliore. “Mentre ragioni storiche e sentimentali rendono suggestivo il ricollocamento nella sede originaria – ha spiegato -, la semplice elaborazione di una perfetta riproduzione 3D (nel genere dei prodotti “Factum Arte”) chiuderebbe la questione, non attraverso una soluzione salomonica: la ragioni per cui gli standard di conservazione prevalenti e la qualità della mostra raggiunta nella sede attuale sono insuperabili”. La Soprintendenza avrebbe però una proposta da presentare al Ministero, che potrebbe cambiare le sorti dell’opera. Un progetto che potrebbe essere presentato direttamente al Ministero durante l’atteso incontro di maggio. Sperando che, campagna elettorale permettendo, non scivoli nuovamente.

 
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