VENEZIA – Sculture al neon sospese sull’acqua con il titolo della Biennale 2024 “Stranieri ovunque” in 60 lingue diverse. È una delle installazioni che da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre caratterizzeranno la sessantesima Esposizione Internazionale d’Arte ideata quest’anno dal brasiliano Adriano Pedrosa, direttore artistico del Museo d’Arte di San Paolo.
La Biennale 2024 è un viaggio per celebrare lo straniero.
Sia nel senso comune che in quello più introspettivo: sentirsi estranei dentro di sé ovunque si viva.
Nello spazio Corderie dell’Arsenale, un viaggio tra le opere di artisti internazionali con particolare attenzione ai paesi del sud del mondo. Prevalgono le forme d’arte tradizionali, dal tessile alla pittura.
Nel padiglione italiano il tema dello straniero si esprime in modo un po’ particolare. Un’impalcatura in ferro come a dire accorciamo le distanze abbinata alla musica intensa dell’organo.
Gli storici padiglioni ai Giardini della Biennale. Lunghissima coda per visitare quello che negli Stati Uniti celebra la cultura degli indigeni e degli outsider americani. Trattami bene si chiama una delle opere. Anche in questo caso un messaggio di benvenuto per accorciare le distanze. Il padiglione russo ha chiuso i battenti nel 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina e riapre i battenti e ospita la Bolivia.
Chiuso invece il padiglione israeliano. Da qualche giorno in vetrina campeggia la scritta “si riaprirà con il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi”. Intanto in mattinata un gruppo di manifestanti sventolava bandiere palestinesi davanti ai padiglioni israeliano e statunitense. «In tempo di guerra – ha detto in conferenza stampa il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco – questo diventa un luogo di pace». L’arte quindi come impalcatura tra i popoli, nessuno escluso. (servizio di Emiliana Costa)
Tags: Biennale neon scritte perline sculture Gazzettino telecamere tra padiglioni Pedrosa Festeggiamo straniero Video
