Luciano Ligabue nelle fotografie di Jarno Iotti Gazzetta di Reggio – .

Luciano Ligabue nelle fotografie di Jarno Iotti Gazzetta di Reggio – .
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Correggio Verrà inaugurato domenica 29 aprile a Palazzo Principi la mostra “Tutti gli spazi – Luciano Ligabue”viaggio fotografico in “70 scatti più uno”, attraverso il quale Jarno Iotti, fotografo appassionato e visionario, parla della Liga nei 20 anni e più trascorsi insieme “dentro e fuori dal palco”. La mostra a Correggio – città che ha dato i natali a entrambi gli artisti – resterà aperta fino al 26 maggio (sabato 15.30-18.30, domenica 10-12.30 e 15.30-18.30, ingresso gratuito).

SIn mostra “70 stampe più una”. in cornice, formato 40×30 centimetri: sono scatti o sequenze che mostrano il musicista e cantante rock, quasi sempre ignaro dell’obiettivo che lo inquadra, colto in momenti di “pura verità”, spesso sul palco, durante alcune delle migliaia dei concerti che ha vissuto nell’attuale millennio; altre volte in momenti che solitamente restano inediti per il pubblico (ma anche per il soggetto fotografato), durante alcune delle migliaia di chilometri percorsi da Ligabue in questo viaggio infinito attraverso la musica e la vita. E da dove cominciare, se non dal primo scatto, quel “più uno”, che segna l’inizio del percorso? Il filo impalpabile che guida il percorso è dato da estro e visione, uniti al raro dono di saper scomparire dietro l’obiettivo, caratteristiche che fanno di Jarno Iotti il ​​fotografo capace come nessun altro di catturare l’attimo fuggente nell’animo del suo musicista amico e concittadino.

Oltre a queste immagini, sono esposte a Correggio, in esclusiva, sette ampliamenti (formato 120×220) e una gigantografia di 4×3 metri. In mostra anche l’ingrandimento 70×100 di una foto del tutto inedita. Inoltre, una serie di immagini (oltre 500) del pubblico ai concerti, degli appassionati e dei momenti corali.

Ligabue, protagonista per la prima volta di una mostra fotografica a lui dedicata, commenta nell’introduzione che dà inizio al viaggio: «Jarno mi è stato vicino da molto tempo e, conoscendomi così bene, è riuscito a ritrarmi nella mia versione più vera , quello in cui “non sento” la macchina fotografica. Il risultato lo vedete in questa mostra di cui sono molto felice, non tanto per me come soggetto (ma sì, allora anche quello), ma per lui come autore. E devo ringraziarlo, perché questa serie di scatti sono una sorta di diario che non ho scritto io, ma che, ricordandomi dove sono stato e cosa ho fatto, commuove in me emozioni profonde”.

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