Edvard Munch, la grande mostra del pittore delle inquietudine del Novecento a Roma – .

Edvard Munch, la grande mostra del pittore delle inquietudine del Novecento a Roma – .
Edvard Munch, la grande mostra del pittore delle inquietudine del Novecento a Roma – .

Un foglio di quaderno con il bozzetto dell’Autoritratto di Raffaello agli Uffizi, una veduta del Ponte di Rialto a Venezia, ma soprattutto il dipinto raffigurante la tomba di suo zio, Pietro Andrea, sepolto nel Cimitero Acattolico di Roma. La grande mostra «Munch. Il grido interiore”, che aprirà il 14 settembre a Milano, a Palazzo Reale, accanto alle opere più note del pittore norvegese, riserverà alcune sorprese dalle origini italiane. 100 prestiti sono stati eccezionalmente concessi dal Museo Munch di Oslo per la mostra che, dopo la tappa milanese, arriverà a Roma, a Palazzo Bonaparte, il 18 febbraio 2025. «Non dipingo quello che vedo, ma quello che ho visto », tutta la produzione artistica del tormentato pittore va letta sotto la lente antinaturalista di questa sua frase. Paesaggi, ritratti, interni familiari, ogni soggetto – anche la natura – è illuminato da bagliori cupi, da un’angoscia esistenziale che diventa materia e sostanza pittorica. Le ragazze sul ponte (1927), Il vampiro (1895), Il bacio (1897), non mancheranno i capolavori dell’artista dell’inquietudine novecentesca, mentre la sua opera più universalmente celebrata, l’urlosarà presente in una versione litografica del 1895.

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di Teresa Monestiroli

20 gennaio 2024

La mostra, promossa dal Comune di Milano – Cultura, con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, è curata da Patricia G. Berman. Lo studioso ha selezionato un corpus di opere che abbracciano l’intero suo percorso artistico e la sua travagliata biografia Edvard Munch (1863-1944), segnato da lutti, alcolismo e crisi psicologiche. Ma sarebbe riduttivo considerare la sua pittura come un mero prodotto di travagli personali, perché ciò che riproduce sulla tela è un dolore universale.

Per gli aspetti legati al suo rapporto con l’Italia, la Berman si avvalse della collaborazione scientifica dello storico dell’arte romano Costantino D’Orazio, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. La forte influenza dell’arte rinascimentale sulla costruzione dello spazio di Munch, e l’eco dei suoi soggiorni in Italia, saranno evidenziati da opere come la tela, dipinta nel 1927, nata dalla visita alla tomba dello zio nel Cimitero di Testaccio, tra i primi storici moderni ad aver avuto accesso all’Archivio Segreto Vaticano.

Oltre a dipinti, stampe e disegni, saranno esposti anche materiali rari, come quaderni e filmati amatoriali girati dallo stesso artista, in una mostra che arriva a quasi quarant’anni di distanza dall’ultima importante mostra italiana dedicata a Munch, quella del 1986 alla Palazzo Reale di Milano. Per Arthemisia questa è l’occasione per festeggiare un anniversario altrettanto significativo: il venticinquesimo anno di attività. «È il nostro giubileo», ha commentato la presidente Iole Siena, annunciando la futura stagione espositiva di Palazzo Bonaparte. A settembre si terrà un’esaustiva monografia dedicata a Botero, mentre nel 2025, dopo la mostra di Munch, seguirà una grande mostra dedicata all’Antico Egitto, organizzata in collaborazione con il Museo Egizio di Torino.

 
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