Guarda la mappa della Germania. La fotografia che cerchiamo di sintetizzare oggi è questa. E la sintesi ci riguarda da vicino.
Questa è la mappa elettorale dei risultati delle elezioni europee. La Germania divisa in due, come ai tempi del comunismo oppressivo della Repubblica Democratica Tedesca. Con una differenza. A ovest – la parte più oscura – vince ancora la CDU/CSU, parte del Partito popolare europeo. All’Est – la parte più evidente – ha vinto, anzi ha vinto in maniera schiacciante, un partito chiamato AFD, Alternative für Deutschland. In sostanza, al posto dei comunisti è arrivata l’estrema destra. Antieuropeista, anti-immigrazione, suprematista, revisionista del passato nazista.
La spiegazione è una sola: la delusione. È la spiegazione dell’ascesa di Vladimir Putin in Russia: il fallimento dei sogni democratici degli anni ’90 ha generato frustrazione e rabbia. E c’è sempre qualcuno disposto a raccogliere questa rabbia. Se questo qualcuno prende il potere, le democrazie cessano di esistere.
L’estrema destra si è dimostrata brava, nel primo quarto del XXI secolo, a sfruttare la delusione, seminare discordia e raccogliere consensi. In Gran Bretagna ci è riuscita, con la Brexit. In Polonia con il partito Giustizia e Libertà. In Ungheria, con Viktor Orban. In Francia, con Marine Le Pen e il Rassemblement National. Negli Stati Uniti, con Donald Trump.
In Italia la destra, una volta al potere, ha seguito una strada diversa, per fortuna. Giorgia Meloni continuerà a percorrerlo? Vuoi diventare la nostra signora Merkel o ridurci così? Dipende da lei, ovviamente. Ma dipende anche da noi. I leader guidano le persone, ma sono le persone a creare leader.
18 giugno 2024
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