Anche la sinistra si indigna con Fiorello – Libero Quotidiano – .

Pietro Senaldi

24 aprile 2024

Fiorello è da decenni il miglior showman d’Italia. Un cocktail di umorismo, classe, professionalità e imparzialità che non ha maestri né rivali. Sul caso della censura Rai dello scrittore militante Antonio Scurati gli ha dedicato due sketch del suo programma mattutino su Raidue, una sorta di bizzarra rassegna stampa, dove non fa concessioni a nessuno, nemmeno a se stesso, e ha tra i suoi obiettivi preferiti la televisione pubblica italiana, che gli paga lo stipendio. Fiorello non è di destra, e la destra se ne è accorta, né di sinistra, e la sinistra non può riposarsi sul fatto che ci sia un artista che si rifiuta ostinatamente di unirsi alla sua squadra. Non si sa per cosa voti, ma professionalmente è certamente un democristiano, nel senso buono del termine, soprattutto televisivo, visto che i democristiani restano quelli che ci capiscono alla Rai e sanno usarla al meglio senza mostrandolo. È specializzato nel dare un colpo al cerchio e uno al barile, riducendo i battibecchi dei partiti e della politica nostrana a quello che sono: sterili discussioni da pollaio.

Ecco l’attacco della sinistra, che per attaccare il governo drammatizza quanto accaduto sabato scorso a Quello che sarà: «Quello di Oscurarsi è il monologo censurato più visto di tutti. Ieri siamo stati al compleanno di Susanna e l’abbiamo trovato nel menù del ristorante dopo i secondi piatti. Sembra che il Papa la leggerà domenica all’Angelus e Taylor Swift l’ha inserita come quarta canzone del suo nuovo album». Ed ecco l’attacco all’esecutivo, accusato comunque di avere la responsabilità morale – materiale non si saprà mai quanta – di non aver fatto tenere alla scrittrice la pistola anti-Meloni, nella quale la accusava di non essere arrivata rapporti con il fascismo, nonostante il presidente del Consiglio abbia più volte dichiarato che lei «era presente a Fiuggi e faceva parte di Alleanza Nazionale quando Fini definì il regime di Mussolini come il male assoluto e non se ne dissociò». Così Fiorello: «La Meloni ha dato appuntamento al logopedista per poter dire la parola antifascista prima del 25 aprile e ha deciso di oscurare uno scrittore di destra a caso per apparire democratico, dopo aver spostato Bortone a La prova del cuoco, che ma non c’è più e quindi verrà semplicemente spostato”.

Ora, mentre la destra rideva, la sinistra era delusa. Nella pagina delle lettere, il quotidiano Repubblica ha inserito una lettera indignata, che parla del regime e si scaglia contro Fiorello, reo di aver detto che sogna di essere censurato dalla Meloni affinché il pensiero su di lui diventi fatalmente universale, come è accaduto a Scurati. Risponde compiaciuto Francesco Merlo che, dopo averla correttamente definita “repressione e violenza comandata”, critica lo showman di Viva Raidue per aver “sottovalutato la censura, finendo così per difenderla”. Insomma, per combattere la censura è meglio censurare Fiorello; Non ci vuole molto sforzo per leggere questo messaggio tra le righe.
D’altronde il rapporto della sinistra con la censura è sempre stato ambiguo. I progressisti possono dire qualsiasi cosa, anche ritenere Meloni responsabile del delitto Matteotti, come fece Scurati nel suo famoso monologo, o chiamarla “bastarda”, come fece Roberto Saviano a Piazza Pulita, o anche dire che Giorgia sostiene l’Ucraina perché, essendo una neonazista nell’animo, difende il battaglione Azov, come ha detto Luciano Canfora, seguendo il pensiero e le parole di Vladimir Putin. Ma guai se qualcuno li coinvolge con battute spiritose e inoffensive. La sinistra può insultare i suoi avversari, ma nessuno può prendersi gioco della sinistra quando si indigna, perché quando si arrabbia ha sempre ragione e difende un’integrità morale e una visione del mondo che non è parziale ma ha diritto di elevarsi alla verità universale.

 
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