“Mi ha detto di non diventare pessimista” – .

BOLOGNA Esordisce con un lungo applauso Romano Prodi l’incontro di RepIdee dedicato alla moglie Flavia Franzoni. “Una panchina per Flavia” con Marisa Anconelli E Paolo Zurlacon Giovanni Egidio. «Devo molto a Flavia» esordisce il professore. «Grazie a Repubblica per questo ricordo. E grazie a Marisa e Paolo, che collaborano con Flavia da molto tempo. Il titolo “Una panchina per il dialogo” descrive bene il suo personaggio. Perché i significati della panchina sono uguaglianza e confronto”.




(eikon)

L’insegnante è stata la prima a intervenire e si è commossa Marisa Anconelli che ammette: «Se Romano deve molto a Flavia, io le devo molto». Poi riprende il concetto di panchina per spiegarlo con le parole di Franzoni. «Se non c’è una panchina sotto casa per fare comunità, anche i servizi strutturati saranno meno efficaci. La prendevo in giro eppure oggi sono qui a parlarne. In effetti, la metafora è davvero efficace per spiegare il benessere sociale e comunitario”.

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Il professore Paolo Zurla Parla invece del percorso di studi di Franzoni: «Si è laureata in Scienze Politiche nel 1971. L’ho conosciuta nel 1975 all’interno dell’“Ires”. Nel 1977 hai iniziato a collaborare alla rivista “Autonomie locali e servizi sociali”. Per molti anni è stata l’unica donna nel management”.

«Una cosa che Flavia mi ha insegnato – ritorna Anconelli – è stata quella di non essere catastrofica. Non mollare mai. Per lei era necessario costruire con quello che c’era a disposizione”. Zurla ricorda gli anni in politica di Romano Prodi e le riflessioni sulla vita della moglie. «Flavia ha cercato il più possibile di restare se stessa. Tuttavia, erano stati gli altri a cambiare nei suoi confronti. Una volta mi raccontò, felice, di aver trovato una porta sul retro per uscire da Palazzo Chigi. Da non vedere. Poi ha rinunciato. Non le interessavano le sfilate di moda come quelle del G7 di questi tempi. Preferisce visitare le comunità professionali coinvolte nel welfare o partecipare a seminari sui sistemi sanitari. Era una persona curiosa, intelligente. Ha scelto di non intraprendere la carriera universitaria, per non essere “sua moglie”.

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“Ho sempre avuto l’impressione che fosse molto paziente”, interviene anche lui Giovanni Egidio. «Sì, lo era – risponde Anconelli – spesso ho cercato di farle dire cose frivole, ma era seria, gentile. Non si arrabbiava molto, ma quando era convinta di qualcosa diventava estenuante”.

Alla fine Romano Prodi riprende il microfono: «Dì che Flavia è sempre stata ottimista. Ultimamente mi capitava spesso che mi riprendesse. Ha detto: ‘Romano stai diventando pessimista. Attento’. Poi hai detto che era paziente. Lo era, ma non solo perché si occupava di welfare. Era paziente perché era mia moglie.

 
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