Il cinema italiano indipendente riunito a Roma per il suo futuro – .

Il cinema italiano indipendente riunito a Roma per il suo futuro – .
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Si è tenuto questa mattina al cinema Adriano della Capitale uno storico incontro che ha riunito tutte le principali associazioni di categoria della filiera cinematografica italiana, che invita ad un immediato confronto con il governo da un lato, e con emittenti e piattaforme dall’altro. l’altro. ‘altro, affrontare un momento di grave crisi.

Si è tenuto a RomaA Cinema Adriano, un incontro che è stato giustamente definito storico. Storica nel riunire tutte le principali associazioni di categoria che fanno parte della filiera cinematografica italiana: dai produttori agli attori, passando per gli autori (registi e sceneggiatori) e l’intero settore tecnico.
Il titolo di questo convegno è evocativo ed allo stesso tempo esplicativo: “Vogliamo che ci sia un altro domani”. Cioè: il mondo del cinema indipendente italiano ha voluto far sentire la sua voce un momento critico per il settorecon l’incertezza che domina sul fronte dei rapporti con la politica, e del rinnovo della legge che regola il sostegno statale all’industria da un lato, e una situazione in cui – dopo la sbornia degli anni di pandemia – si assiste ad una drastica riduzione delle investimenti nella produzione da parte di piattaforme ed emittenti.
“Da una situazione di piena occupazione e di forte crescita in tutti i segmenti della filiera, ci troviamo oggi di fronte ad una vera e propria emergenza con molte produzioni rinviate o cancellate”, si legge nel comunicato che annuncia l’iniziativa.
“Non siamo qui per incassare o per lamentarci”, ha dichiarato Andrea Occhipinti, proprietario di Lucky Red, all’inizio di questo incontro. “Quello che vogliamo è chiarire le cose, perché spesso sul mondo del cinema e sull’industria cinematografica si dicono cose che non sono vere”.

Secondo i dati presentati durante l’incontro, l’industria cinematografica italiana è composta da 9.000 aziendela stragrande maggioranza dei quali sono PMI (piccole o medie imprese), che generano direttamente 65mila posti di lavoro, e 114mila nelle filiere connesse. La forza lavoro è più giovane e con una percentuale di donne più alta e qualificata rispetto alla media nazionale e con maggiori competenze digitali e linguistiche. Il fatturato generato è di 13 miliardi di euroIl 10% del totale europeo e, sempre nel contesto europeo, l’Italia è il quarto mercato di riferimento, il terzo per produttività del lavoro.
Ma non è solo in virtù di tutto ciò che le associazioni di categoria chiedono con urgenza l’apertura di un confronto con l’Assessorato Ministero della Cultura per la definizione del nuovo decreto che dovrebbe chiarire le risorse a disposizione del settore per il 2024 (si parla di 700 milioni di euro), e la ripartizione del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo tra le diverse linee di intervento: finanziamenti automatici e selettivi.
Sui primi Occhipinti sottolinea la complessità burocratica per ottenerli, mentre per questi ultimi auspica che i film a basso budget e le aziende che ne hanno più bisogno siano considerati prioritari, nonché una revisione delle commissioni che ne gestiscono l’attribuzione che vorrebbe fosse composto da “persone competenti, capaci di saper leggere le sceneggiature, abituate a fare quel lavoro, attive, e ovviamente pagate per il loro lavoro”.

Il punto, come è stato sottolineato, è questo l’investimento pubblico nel cinema è un investimento virtuoso: per ogni euro investito nel settore cine-audiovisivo si creano 3,54 euro in tutta l’economia italiana: la maggior parte in altri settori economici, con effetti molto positivi sulla creazione di posti di lavoro diretti, indiretti e indotti.
L’idea che il credito d’imposta di cui ha beneficiato il cinema italiano – un credito d’imposta che è una leva economica e occupazionale, e che stimola la crescita del settore – è stato pari, nel 2022 a 768,35 milioni: di quella cifra complessiva, di cui hanno beneficiato anche gli investitori esteri e il settore televisivo, il cinema ha beneficiato solo del 22,9%, pari a 175,71 milioni.
Per i produttori è da sfatare anche il luogo comune che in Italia si produce troppo e che i film italiani vanno male al botteghino (176 film prodotti nel 2022, che però non sono pochi, soprattutto se confrontati con i 191 della Francia; 24 % di quota nazionale del box office nel 2023), ma ancor più che gli incassi nelle sale sono l’unico indicatore del successo commerciale di un film: da considerare, dicono i produttori, sono tutte le vendite successive, siano esse estere, piattaforme, nazionali video o anche eventuali diritti di remake.

Se il settore cinematografico chiede chiarezza al governo, poiché l’attuale incertezza aumenta la stasi produttiva, agli interlocutori privati ​​come broadcaster e piattaforme si chiede anzitutto di non autodistribuire tutti i propri prodotti attraverso le proprie filiali, e di lasciare sui diritti di sfruttamento del mercato, per evitare la concorrenza sleale con soggetti privati ​​indipendenti; non ridurre costantemente gli investimenti e credere nel settore; e garantire l’equa condivisione dei diritti con i produttori originali.
Particolare attenzione è stata data anche al settore dei film d’animazione e dei documentari, ingiustamente dimenticato e penalizzato sia dallo Stato che dai privati.
IL attorirappresentato da Jtra cui Olmo Antinori e Vittoria Pucciniha condiviso la preoccupazione dei produttori per la situazione del settore, ricordando come solo una piccola parte di coloro che svolgono questa professione sperimentano il benessere e il privilegio che viene loro associato nell’immaginario collettivo, e lo stesso vale per sceneggiatoriche hanno sottolineato per bocca di Francesca Tozzi in quanto “il lavoro autoriale non è considerato vero e proprio lavoro”, anche se la scrittura è la base prima e fondamentale della creatività e delle storie che i film poi raccontano al pubblico.

Per chiudere l’incontro, Marco Bellocchio. Il grande maestro ha voluto sottolineare la grande importanza di questa manifestazione unitaria: “in passato non è mai stato possibile lottare tutti insieme, non ricordo uno sciopero generale e audiovisivo di tutte le categorie insieme, non ho memoria di un momento in cui eravamo tutti uniti, nonostante il cinema sia tradizionalmente di sinistra. Quindi ho un messaggio che è Moroteo: come ha detto Moro nel suo ultimo discorso all’Assemblea nazionale della DC, restiamo uniti. Non dobbiamo nascondere le disuguaglianze che esistono tra le categorie, e al loro interno, ma dobbiamo trovare unità di fronte alle emergenze eccezionali, in un momento pre-catastrofico per l’umanità, e ridurre la nostra rabbia, chiedendo un confronto unito con una politica che comanda legittimamente e ha il potere di decidere”.

Vogliamo che ci sia un altro domani è stato promosso da:

  • 100 AUTORI – Associazione Autori Cinematografici e Televisivi
  • ACMF – Associazione Compositori di Musica da Film
  • AFIC – Associazione Festival Cinematografici Italiani
  • Agenti di intrattenimento associati
  • AGICI – Associazione Generale delle Industrie Cinematografiche-Audiovisive Indipendenti
  • AIR3 – Associazione Italiana Direttori
  • AMC – Associazione del Montaggio Cinematografico e Televisivo
  • ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici
  • ANICA – Unione Internazionale degli Esportatori Unefa
  • ANICA – Unione Produttori
  • APAI – Associazione degli addetti alla produzione audiovisiva italiana
  • ASC – Associazione Scenografi, Costumisti e Decoratori
  • ASIFA – Associazione Italiana Cinema d’Animazione
  • Cinematografia di autori italiani
  • FUMETTO Italia
  • CNA – Imprenditori Artigiani d’Italia | Cinema e audiovisivo
  • Collettivo Chiaroscuro
  • DOC.IT – Associazione Documentaristi Italiani
  • FIDAC – Federazione Italiana delle Associazioni Cineaudiovisive
  • LARA – Libera Associazione Rappresentanti degli Artisti
  • RAAI – Albo Attrici e Attori
  • UNITÀ
  • WGI – GUIDA DEGLI SCRITTORI ITALIA
 
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