“Lavorare con Guadagnino significa scambiare intimità. Il mio personaggio non giudica, come facciamo tutti. – .

“Lavorare con Guadagnino significa scambiare intimità. Il mio personaggio non giudica, come facciamo tutti. – .
Descriptive text here

Un triangolo amoroso sullo sfondo del tennis professionistico. Arriva nei cinema italiani Sfidantiil nuovo film di Luca Guadagninoprotagonista la diva del momento, Zendayaaccanto a Mike Faist E Josh O’Connor. Ventisette anni, acclamata star, Zendaya interpreta Tashi Duncan, un ex prodigio del tennis dal carattere difficile che si è ritirato dal circuito, sposata con Art (Faist), un campione in crisi che lei allena. Il riscatto tennistico e esistenziale del marito subisce una battuta d’arresto quando lei deve affrontare la rivale Patrick (O’Connor)una volta il suo migliore amico ed ex partner Tashi. Riuscirà la spigolosa ex campionessa a destreggiarsi tra emozioni e sentimenti e a far vincere ancora suo marito? Per prepararsi al ruolo, Zendaya si è allenata per diversi mesi con il leggendario giocatore e allenatore americano Brad Gilbert. La incontriamo insieme a Luca Guadagnino e il resto del cast in un hotel di Beverly Hills.

(afp)

Zendaya, come definiresti ‘Challengers’?

“È difficile da definire. Ci sono alcuni momenti divertenti ma non è una commedia, c’è tensione ma non è un dramma, c’è il tennis, ovviamente, ma non è un film sullo sport. Non potevo inscatolarlo in un genere, in un genere, ed è proprio questo che mi ha attratto fin dall’inizio. È tutto allo stesso tempo. Si parla anche di sesso in un periodo in cui l’argomento spaventa tutti”.

Che tempo che fa, Zendaya di Fazio: “Bellissimo vedere Sinner dal vivo”

Il suo Tashi, una figura complicata.

“Decisamente diversa dalle mie interpretazioni precedenti. Sulla carta mi spaventava, ma mi sono detto: forse ho bisogno di fare questo film per uscire dalla mia zona di comfort, ho bisogno di mettermi al servizio del personaggio senza pregiudizi, lasciarmi guidare da una persona ultrasensibile regista come Guadagnino con il quale ho sentito un’affinità fin dal primo pranzo insieme, anch’esso vegetariano. Qualcuno che fa un film come Chiamami con il tuo nome non può che trattarsi di un talento delicato al quale prestiamo ogni attenzione. Nessuno sa cogliere le sfaccettature più intime di una donna come lui. E si è lasciato conoscere e comprendere da me. Con lui ogni rapporto è a doppio senso, una boccata d’aria fresca. Non viene spesso a Hollywood. Ha bisogno di un italiano”.

© 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. Tutti i diritti riservati.

Ci sono delle note di regia particolari che Luca ti ha dato per le scene più intime, con la macchina da presa che indugia sui volti…

“Chi ha visto il film dice che non ci sono scene di sesso ed è vero: l’intimità è in tutto quello che fanno, anche senza vedere troppo hai la sensazione di conoscere i personaggi in modo profondo. Mi piace il modo in cui Luca riesce a catturare queste sfumature di intimità nei personaggi, come gioca con la macchina da presa, vedi quello che vedono i personaggi. Abbiamo fatto molte prove prima delle riprese, il che è un privilegio perché ti permette di stare con i tuoi colleghi e capire perché prendono le decisioni che prendono. Ad esempio c’è una scena in cui il mio personaggio dice al marito ‘se non vinci domani ti lascio’: l’ho sempre percepito come uno scherzo duro e freddo, Luca invece lo ha considerato come un momento di tenerezza, come se dicesse ‘cosa posso fare per aiutarti?’”.

Ha dovuto allenarsi molto con la racchetta…

“Prima di tutto ho fatto molta palestra, una specie di campo estivo con Mike e Josh. Poi i fondamentali del tennis con Brad Gilbert, la simulazione dei movimenti corretti di un professionista, la mimica del gesto atletico. Gilbert è stato un altro incontro illuminante per il quale ringrazio questo film: carisma, chiarezza di idee e grande umanità. Dopotutto ragazzi, lui era l’allenatore di Agassi… E adesso doveva vedersela con me. Che pazienza…”.

(Reuters)

Ha già giocato?

“Non c’è modo. Non sapevo niente, conoscevo solo le sorelle Williams. La sfida che ho accettato è stata abbastanza spaventosa, devi fingere di essere un grande tennista ma devi fingere bene. Ricordo che quando cominciavo a colpire le palline queste finivano dall’altra parte della rete, tra gli alberi, mai dentro le linee. Mi sono detto: cavolo, ho tanta strada da fare. Poi ho iniziato a capirci qualcosa e a muovermi nel modo giusto, a far oscillare la racchetta quasi come dovrebbe. Ma se non inizi a quattro anni, dimentica di diventare un grande tennista”.

Zendaya a Roma per ‘Challengers’ di Luca Guadagnino: “Adoro i personaggi complicati”

09 aprile 2024

Dove hai trovato la soluzione?

“Ho pensato che avrei dovuto avvicinarmi al tennis come se fosse una coreografia. Sono una ballerina, ho provato ad affrontare il problema ballando. Il resto lo ha fatto la mia meravigliosa controfigura, volevo solo capire il movimento dei piedi, quel salto armonico tra un’inquadratura e l’altra, gli schemi delle inquadrature, e dare un senso a tutto questo. Era più difficile dare un senso al movimento fisico che alle emozioni, alle passioni e a tutta quell’irrazionalità che viviamo come esseri umani in balia di tanta confusione”.

Chi ha visto il film parla di Tashi come di un “cattivo”.

“Penso che sia soprattutto un personaggio incompreso. Ma lei è un personaggio femminile che non chiede necessariamente di piacere, non le importa se le piaci oppure no. E questo ti libera dalle perplessità. Né chiede perdono per i suoi eccessi. Anche per questo ho voluto interpretarlo. Ma è facile giudicare personaggi e personaggi, lo facciamo tutti, giudichiamo e giudichiamo. Sono convinto che il bello di questo film sia che alla fine ti fa cambiare idea su tutto.

Tag: Zendaya Challengers cinema Lavorare Guadagnino significa scambiare intimità carattere non giudicare

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT ‘Sono diventato una parodia di me stesso’ – .