13 Recensione Bombe – .

Presentato in anteprima al Far East Film Fest di Udine, debutta sulla piattaforma questo film imperfetto ma affascinante diretto dal giovane Angga Dwimas Sasongko, la cui capacità di girare scene d’azione esplosive e adrenaliniche si distingue se paragonata a molto altro. modelli rinomati. La recensione di 13 Bombe di Federico Gironi.

Un furgone blindato carico di soldi percorre le strade di Giakarta. Un gioco di ruolo lo fa esplodere e la strada si riempie di rapinatori in moto che, armi tattiche alla mano, eliminano le guardie ancora vive e gli uomini della scorta. Al termine dell’operazione, però, i rapinatori lasciano il denaro all’interno del furgone squarciato e ribaltato e in strada. E una volta scomparsi gli aggressori, passanti e gente comune cominciano a intascare le banconote.
È l’inizio di 13 Bombs, un thriller indonesiano ricco di azione, diretto da una giovane regista come Angga Dwimas Sasongkogià considerato uno dei nomi di punta del nuovo cinema indonesiano, finora incentrato sul genere horror.

Subito, dopo questo esplosivo incipit, veniamo proiettati nel quartier generale dell’antiterrorismo indonesiano, perché è chiaro che all’inizio non è stata una rapina, ma un atto di terrorismo. Il preludio al caos che un gruppo di misteriosi insurrezionalisti vuole scatenare. La minaccia è chiara, esce dalla bocca del leader terrorista, in passamontagna e pipa come il subcomandante Marcos: sono 13 le bombe sparse per la capitale, pronte a esplodere ogni otto ore se non verranno pagate la somma di 100 bitcoin. E poiché il pagamento deve arrivare tramite una specifica startup specializzata in criptovalute, entrano in scena anche i due geni dell’informatica che l’hanno fondata, sospettati di essere d’accordo con i terroristi.

La sequenza d’apertura del film, notevole per inquadrature, montaggio, effetti analogici, brutalità, è una sorta di dichiarazione di intenti e, allo stesso tempo, un biglietto da visita. Quindi ovviamente non è difficile ammetterlo 13 bombe è troppo lungo (siamo a 2 ore e 24 minuti totali), spesso con troppi dialoghi e con una scrittura di quei dialoghi che non è esattamente quella di un Aaron Sorkin indonesiano; è un film che riunisce un cast e interpretazioni che, a dire il vero, sono mediamente noiose. Eppure, nonostante tutto ciò, è così un film ammirevole e apprezzabile per il coraggio e la bravura con cui persegue con determinazione un’idea di azione senza compromessi, in cui esplosioni, corpo a corpo, sparatorie e perfino inseguimenti hanno la ruvidezza e la profondità di un cinema pre -digitale, e che se paragonato ai modelli stranieri, anche hollywoodiani, non sfigura affatto.

Alle capacità più prettamente legate all’azione bisogna aggiungere il fatto che è interessante, dal punto di vista di una trama forse un po’ forzata in termini di linee narrative, il fatto che tocchi tematiche contemporanee e molto attualità, non solo per l’Indonesia. Le vere motivazioni dei terroristi 13 bombe essi sono infatti legati alle disuguaglianze create dal sistema finanziario-capitalista globale e alla distanza sempre crescente e insopportabile che si sta creando tra la minoranza dei ricchi e dei molto ricchi e una maggioranza sempre più povera, tracciando così un chiaro e preciso distinzione sfocata, soprattutto alla fine. tra il bello e il brutto della storia.
E va anche sottolineato come, in un film che per forma e contenuto verrebbe letto come tipicamente “maschile”, il ruolo giocato nella storia almeno da tre personaggi femminilicompreso quello di una ragazzina (la fidanzata di uno dei due nerd delle criptovalute, interpretato dalla pop star locale Lutesha) che sfoggia un caschetto curioso Louise Brooks.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV “Oppenheimer è un film troppo sopravvalutato” – .
NEXT Oppenheimer, John Carpenter asfalta il biopic di Christopher Nolan: «È un film ok»