«Sono nudo a 61 anni, non ho paura della mia età. Per girare quelle scene avevo bisogno di sentirmi vulnerabile”. – .

«Sono nudo a 61 anni, non ho paura della mia età. Per girare quelle scene avevo bisogno di sentirmi vulnerabile”. – .
«Sono nudo a 61 anni, non ho paura della mia età. Per girare quelle scene avevo bisogno di sentirmi vulnerabile”. – .

Non ha vinto il premio per la migliore interpretazione femminile (è andato all’attrice trans Karla Sofía Gascón e alle altre protagoniste di Emilia Pérez), ma Demi Moore ha avuto la sua rinascita a Cannes. Sullo schermo, la protagonista nuda del body horror “femminista” The Substance di Coralie Fargeat (premio per la sceneggiatura), alla cerimonia di chiusura del 77esimo festival era in sala a fare il tifo per il regista. L’ultima volta che sbarcò a Cannes, nel lontano 1997, non aveva un film in concorso ma accompagnò l’allora marito Bruce Willis, protagonista de Il quinto elemento, alla Montée des Marches.

Demi Moore, la rinascita

Quest’anno Demi non solo ha partecipato al concorso ma è stata al centro di un clamoroso rilancio. A 61 anni, la protagonista di film cult degli anni Novanta come Ghost e Proposta indecente ha dimostrato di essere così in forma da poter regalare al pubblico il suo glorioso look nudo integrale. Ha lanciato anche un vigoroso messaggio anti-età: in The Substance interpreta un’istruttrice televisiva di aerobica che, licenziata perché troppo vecchia, cerca di ringiovanire, ma lei Demi ha giurato di vivere benissimo con il passare del tempo. Ogni sera ha brillato sul tappeto rosso, avvolta negli abiti scultorei di Schiaparelli, stringendo in braccio il suo inseparabile chihuahua Pilaf, e ha fatto gli onori di casa al gala dell’Amfar dove sono stati raccolti 16 milioni per la ricerca sull’AIDS. «All’inizio ero nervosa, non avevo mai avuto un film in concorso al festival e non sapevo come comportarmi», racconta Demi, «poi la risposta entusiasta di pubblico e critica a La Sostanza mi ha riempito di gioia. Provavo un profondo amore per il cinema”. Cosa ha rappresentato per te il film di Fargeat? «Una sfida, perché mi sono spinta fuori dalla mia zona di comfort. In molte scene sono completamente nudo con Margaret Qualley che interpreta la versione ringiovanita del mio personaggio”. Nessun imbarazzo, però: «Abbiamo parlato per ore e siamo riusciti anche a divertirci. Sul set mi sentivo al sicuro grazie alla presenza di Margaret e del regista. Ma per interpretare quelle sequenze avevo bisogno di sentirmi vulnerabile sia fisicamente che emotivamente”.

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Violenza

Era già apparsa nuda in film come Striptease di Andrew Bergman e Proposta indecente di Adrian Lyne: è diverso se dietro la macchina da presa c’è una donna? «Tutto dipende dal contesto in cui il nudo viene presentato. In The Substance serve a trasmettere la storia al pubblico e non c’è sessualizzazione”. La violenza che scandisce molti momenti, e che ha scioccato più di uno spettatore, «era necessaria per denunciare la violenza contro le donne. Sia quello perpetrato dagli uomini, sia quello che le donne stesse si infliggono quando cercano di adattarsi ai canoni estetici imposti dalla società”. Non si sente discriminata a causa dell’età: «Il passare del tempo non mi spaventa», assicura, «l’invecchiamento è fuori dal nostro controllo e può portarci a non accettarci. Coralie ha parlato di tutto questo in un modo eccellente e unico. Pensi che The Substance ti aprirà nuove porte? “Forse. Nel frattempo mi ha permesso di esplorare nuove possibilità. E crescere, non solo come attrice”.

 
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