La prima sentenza sull’accusa di stupro negli uffici del parlamento australiano – .

La prima sentenza sull’accusa di stupro negli uffici del parlamento australiano – .
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Lunedì un giudice del tribunale civile australiano ha ritenuto credibile la testimonianza di Brittany Higgins, ex assistente parlamentare australiana che ha accusato il collega Bruce Lehrmann di averla violentata in un ufficio del parlamento australiano nel 2019. È la prima volta che un giudice esprime la sua opinione sulla questione caso, che era stato particolarmente seguito in Australia e aveva provocato diffuse proteste contro la violenza di genere.

La storia è iniziata nel febbraio 2021, quando Higgins ha raccontato al programma televisivo Il progettotrasmesso dalla rete Rete 10, di essere stata violentata nel 2019 all’interno della Camera dei Rappresentanti del Parlamento, a Canberra, la capitale dell’Australia. Higgins aveva detto che il 22 marzo era tornata con un collega al Parlamento dopo una festa di lavoro durante la quale aveva bevuto molto. Secondo il suo racconto, lo stupro era avvenuto nell’ufficio dell’allora ministro della Difesa, Linda Reynolds, ed era stato compiuto da un altro collaboratore del partito allora al governo.

Higgins ha detto che ha iniziato a sentirsi male e si è sdraiata su un divano per dormire; poco dopo, però, si è svegliata senza vestiti, con l’uomo sopra di lei e la violentava. Dopo averla violentata, l’uomo se n’è andato, lasciandola seminuda sul divano. Inizialmente l’identità del collaboratore coinvolto non è stata resa pubblica, ma in seguito è stato identificato come Lehrmann.

L’intervista di Higgins aveva provocato manifestazioni e proteste in molte città australiane contro le violenze sessuali subite dalle donne e la cultura sessista che molti credono ci sia nel Paese. Il caso aveva messo in grande difficoltà anche il governo: l’allora primo ministro Scott Morrison, leader del Partito Liberale, si era scusato pubblicamente con Higgins dicendo “una cosa del genere non sarebbe mai dovuta accadere”.

Lehrmann si è però sempre detto innocente, e finora non ha subito alcuna conseguenza penale: il processo penale sul presunto stupro è stato infatti annullato nel 2022, a causa di una violazione delle regole da parte della giuria. Si è quindi deciso di archiviare del tutto le accuse, per paura che un nuovo processo potesse essere troppo rischioso per la salute mentale di Higgins, che nel frattempo era stato ricoverato in ospedale a causa del trauma causato dalla violenza.

La sentenza emessa lunedì non riguarda quindi un processo penale per stupro, ma uno civile per diffamazione promosso da Lehrmann contro Rete 10, la rete televisiva che ha trasmesso nel 2021 l’intervista in cui Higgins lo accusava di averla violentata. Per questo motivo Lehrmann fece causa sostenendo di essere stato diffamato.

In Australia, gli standard per l’accertamento dei fatti in un processo civile sono meno rigorosi rispetto a quelli di un processo penale. Il giudice ha stabilito che, sulla base delle prove presentate dalle parti, il racconto fornito da Higgins era più vero che falso, e che quindi Lehrmann non è stato diffamato dai contenuti dell’intervista, dato che descrivevano fatti realmente accaduti. Di conseguenza, la corte ha stabilito che Lehrmann non ha diritto a ricevere il pagamento per eventuali danni, ma sarà probabilmente tenuto a pagare le spese legali degli imputati.

Il giudice del processo per diffamazione, Michael Lee, ha commentato la vicenda dicendo che Lehrmann era “scappato dalla fossa dei leoni” evitando il processo per stupro, per poi tornare “a riprendersi” avviando il processo per diffamazione.

Tag: sentenza stupro accusa uffici parlamento australiano

 
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