Le accuse di stupri e omicidi attorno all’ampliamento del parco Ruaha in Tanzania – The Post – .

La Banca Mondiale smetterà di finanziare il progetto, dopo le segnalazioni di abusi sugli abitanti della zona per farli trasferire altrove

Martedì la Banca Mondiale ha deciso di sospendere 150 milioni di dollari (140 milioni di euro) di finanziamenti per l’ampliamento del parco nazionale Ruaha in Tanzania. Il progetto, che avrebbe dovuto favorire un ulteriore incremento del turismo nel Paese africano, è da tempo oggetto di accuse di abusi nei confronti della popolazione locale. Nel 2023, la Banca Mondiale ha avviato le indagini dopo che erano state raccolte testimonianze sull’uccisione di pescatori e pastori, sugli stupri di donne e sugli spostamenti forzati di alcuni villaggi.

Martedì la Banca, attraverso il suo portavoce, si è detta “profondamente preoccupata” per le accuse e ha deciso di non proseguire con il finanziamento, bloccando i 50 milioni di dollari (46 milioni di euro) non ancora versati al governo tanzaniano.

La Banca Mondiale è un’istituzione internazionale creata alla fine della Seconda Guerra Mondiale e comprende la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo e l’Agenzia Internazionale per lo Sviluppo. Inizialmente la Banca Mondiale aveva lo scopo di aiutare la ricostruzione dei paesi più colpiti dalla guerra, oggi si occupa di studiare i processi che portano le nazioni allo sviluppo economico e di offrire capitali, assistenza e consulenza ai paesi più poveri.

Il progetto in questione, denominato REGROW (Resilient Natural Resource Management for Tourism and Growth), è iniziato nel 2017 e prevedeva lavori di miglioramento di diversi parchi nazionali. In particolare, avrebbe quasi raddoppiato le dimensioni del parco nazionale Ruaha, che oggi occupa 12.950 chilometri quadrati e ospita leoni, giraffe, elefanti e altri animali. I lavori hanno previsto la realizzazione di strade, punti di osservazione e centri visitatori, e sono stati previsti investimenti per monitorare e tutelare la vita degli animali.

Elefanti nel Parco Nazionale Ruaha (Kristin Palitza/dpa)

Da più di un anno, però, il think tank statunitense Oakland Institute, che si occupa di finanziare progetti nei Paesi “in via di sviluppo”, raccoglieva le testimonianze degli abitanti di alcune comunità interessate dall’espansione del parco. Sono state denunciate confische arbitrarie di bestiame e violenze da parte dei ranger del parco contro pescatori e pastori, accusati di aver invaso il parco nazionale. Le violenze avrebbero lo scopo di far spostare le comunità altrove e avrebbero compreso, nei casi più gravi, l’uccisione di pastori e pescatori e lo stupro di alcune donne. Secondo lo stesso istituto, le autorità tanzaniane avrebbero pianificato – e in parte già attuato – il trasferimento forzato di circa 21mila persone.

La Banca Mondiale era stata accusata di finanziare operazioni violente contrarie alle stesse regole imposte dall’organizzazione. La Banca ha poi annunciato le proprie indagini, che hanno portato alla sospensione del finanziamento.

(Foto AP/Ben Curtis, file)

Il caso del parco Ruaha non è il primo di questo genere: negli ultimi anni il governo tanzaniano era stato accusato da Amnesty International e Human Rights Watch di abusi contro la popolazione Masai, con l’obiettivo di istituire una riserva di caccia nella regione settentrionale del Ngorongoro . In Tanzania il turismo sta crescendo rapidamente e sta diventando una fonte di reddito molto significativa.

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Tag: accuse stupri omicidi espansione Ruaha parco Tanzania Post

 
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