I significati nascosti negli abiti della regina Rania da 25 anni sul trono di Giordania – .

I significati nascosti negli abiti della regina Rania da 25 anni sul trono di Giordania – .
I significati nascosti negli abiti della regina Rania da 25 anni sul trono di Giordania – .

Il 9 giugno 2024 i reali giordani hanno celebrato il Giubileo d’argento di re Abdallah, il 25° anniversario dell’investitura ufficiale del sovrano dopo la morte di suo padre, re Hussein. Per un’occasione così speciale il La regina Rania, le figlie Iman e Salma e la nuora Rajwa, moglie del principe ereditario Husayn ibn Abdallah, indossavano abiti che rimandano alla storia della dinastia hashemita, ma soprattutto al regno di Abdallah. I loro abiti sono dichiarazioni d’amore rivolte alla Giordania e alla sua gente, ma alcuni dettagli, dai gioielli alla scelta dei colori, potrebbero essere interpretati anche come non così velati riferimenti politici.

Il ritratto con il vestito riciclato

Alla vigilia della cerimonia del Giubileo d’argento di Re Abdallah i canali social ufficiali della dinastia hashemita hanno pubblicato un nuovo ritratto ufficiale della coppia reale. I sovrani posano davanti alla bandiera nazionale e allo stendardo reale della Giordania. Rania indossa un semplice abito nero identico a quello che indossava per il suo primo ritratto in occasione della sua ascesa al trono nel 1999. Secondo “Hello!” si tratterebbe proprio dello stesso abito, su cui campeggia la fascia dell’Ordine di al-Husayn bin Ali (il più importante del Paese, fondato nel 1949 dal re Abdallah I). Ciò che cattura l’attenzione, però, è soprattutto la Tiara con pergamene arabe della Regina. Un gioiello di 20 carati e 1300 diamanti, donato dal re Abdallah nel 2005, che abbiamo visto sulla sua testa solo 3 volte in 25 anni (la prima nel 2006 ad un banchetto di stato in Olanda, la seconda per la copertina di Vanity Fair in Olanda). 2008 e il terzo per il matrimonio del principe Husayn nel 2023). La particolarità della tiara sta nel disegno che sembra un arabesco, ma in realtà forma un’iscrizione in arabo: “Speranza da Allah”vale a dire “preghiera risposta da Allah”.

Continuità e stabilità

Naturalmente non è un caso che Rania abbia scelto lo stesso abito che indossava 25 anni fa e che la coppia reale abbia scelto una posa molto simile a quella del primo ritratto: è un segno di continuità e, di conseguenza, di stabilità del regno. Là Giordania si trova nel cuore del Vicino Oriente, inevitabilmente anche al centro della complessa questione arabo-israeliana. Soprattutto negli ultimi anni ha voluto presentarsi al mondo come una forza moderata, un Paese mediatore nel conflitto. Inoltre, re Abdallah è riuscito a mantenere un certo livello di stabilità all’interno del suo regno e Rania si è sempre presentata come la regina moderna, paladina dei diritti delle donne, in una nazione che vuole guardare al futuro. La coppia, però, non era destinata a sedere sul trono di Giordania: re Husayn (1935-1999) aveva infatti designato suo fratello Hasan come suo successore. Insoddisfatto della politica di quest’ultimo, però, il 24 gennaio 1999 il monarca cambiò idea e, a sorpresa, nominò erede al trono il figlio Abdallah.

Un nuovo regno

Il sovrano Husayn morì il 7 febbraio 1999, dopo 47 anni di regno movimentati, da Conflitto arabo-israeliano alla Guerra Fredda, dalla crisi energetica alla Guerra del Golfo. All’epoca Abdallah era sposato con Rania da sei anni. I due, infatti, si incontrarono ad una cena organizzata dalla sorella del re nel 1992 e si sposarono circa un anno dopo, il 10 giugno 1993. Insieme portarono avanti la politica filooccidentale di Husayn, anche se non mancarono critiche al loro operato e il loro stile di vita. In particolare, Abdallah è accusato di aver limitato drasticamente la libertà di espressione in Giordania, mentre la moglie è stata spesso definita una sovrana spendacciona. Uno dei bersagli preferiti dai detrattori, però, resta la sua origine palestinese.

I festeggiamenti per i 25 anni sul trono

Per la cerimonia in onore del Giubileo d’argento del re Abdallah, la regina Rania ha indossato un outfit emblematico, dello stilista giordano Laith Maalouf, che ha richiesto 200 ore di lavoro: un abito bianco con lunghe maniche a palloncino e un bustier color argento. I bottoni della maglia sono sette come le punte della stella raffigurate sulla bandiera giordana, il colore del corpetto rimanda ai 25 anni di regno, ma può essere interpretato anche come simbolo di difesa, forza, potenza, unità, come ha spiegato il progettista. Sulla gonna sono ricamate delle spighe di grano, uno dei simboli della Giordania, evidentemente riferimento alla prosperità. Anche questo design, ha sottolineato Maalouf, si ispira a kefiah, copricapo tradizionale degli ambienti agricoli del Vicino Oriente, divenuto emblema della lotta palestinese (a questo proposito, chi non ricorda Yasser Arafat con la sua inseparabile kefiah?). La sovrana ha indossato anche la tiara con pergamene arabe, anello di diamanti e orecchini Cartier.

In difesa della Giordania e della Palestina

La tiara della Regina è un chiaro riferimento all’Islam e alla dinastia hashemita le cui origini risalgono al profeta Maometto (per la precisione a Hashin ibn Abd Manaf, bisnonno di Maometto). Il simbolo delle spighe di grano, poi, riporta subito alla mente l’attuale situazione di Gaza. Abdallah e Rania di Giordania hanno offerto pubblicamente il loro sostegno alla causa palestinese e gli aiuti, inviati per via aerea nelle settimane successive alla ripresa della guerra. Nell’ottobre del 2023 la sovrana rilasciò un’intervista alla CNN in cui accusò l’Occidente di utilizzo “un doppio standard” verso israeliani e palestinesi: “Quando si è verificato l’attacco del 7 ottobre, il mondo si è schierato immediatamente e inequivocabilmente dalla parte di Israele e del suo diritto a difendersi, condannando l’attacco… Ci è stato detto che è sbagliato uccidere una famiglia, un’intera famiglia con le armi, ma è giusto farlo? bombardarli a morte?”. L’intervista suscitò scalpore mediatico. In molti hanno criticato la Giordania per non aver accolto i profughi palestinesi, accusando i governanti di “vivere nel lusso” disinteressato al destino del popolo palestinese.

La principessa in rosso

Alla cerimonia del Giubileo d’argento era presente anche La principessa Rajwa, moglie del principe ereditario Husayn di Giordania. La giovane, incinta, ha scelto un abito rosso della stilista e connazionale saudita Honayda Serafi (Rajwa ha sfoggiato un’altra creazione della stilista per il suo henna party, la tradizionale celebrazione prima delle nozze). Anche in questo caso i riferimenti alla Giordania sono tanti, come ha dichiarato lo stilista ad Arab News: “…Il rosso rappresenta la dinastia hashemita, [è] associato alla forza e alla passione, incarna la regalità…”. Il tessuto georgette con cui è realizzato “riflette la personalità nobile ma forte di Sua Altezza Reale la Principessa Rajwa al-Husayn.” L’abito, come specificato da Serafi, ha richiesto 120 ore di lavoro. Era impreziosito da decorazioni realizzate con i colori della bandiera giordana, ovvero rosso, nero, bianco e verde. Tra questi ricami spicca un altro simbolo della nazione, l’iris che rappresenta “realità, saggezza e speranza”.

Iman e Salma

Anche le figlie di Rania e Abdallah, Iman e Salma, hanno reso omaggio al loro Paese e alle loro origini attraverso i loro abiti. La principessa Iman indossava un abito argentato (chiaro riferimento a Giubileo) e cintura con ricami tradizionali di Edelina Joyce, stilista di origini inglesi, palestinesi e giordane.

La principessa Salma, invece, ha optato per un outfit verde, colore simbolo dell’Islam e uniformi militari (dal 2020, infatti, Salma è la prima pilota donna giordana arruolata nelle Forze Armate della nazione) del brand Reemami con decorazioni ispirate all’iride nera , petunia e coronaria rossa, fiori tipici della Giordania.

 
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