Presentato il libro di Giannandrea Mencini ‘Bio Avversità, il vizio delle monocolture nelle Terre Alte’ – .

Presentato il libro di Giannandrea Mencini ‘Bio Avversità, il vizio delle monocolture nelle Terre Alte’ – .
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(Arv) Venezia 28 marzo. 2024 – È stato presentato oggi a Palazzo Ferro Fini il libro ‘Bio Avversità, il vizio delle monocolture nelle Terre Alte’, di Giannandrea Mencini, 279 pagine, Kellermann Editore. La prefazione è stata curata da Letizia Bindi. L’iniziativa è stata voluta e promossa dal consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd), presidente della Quarta Commissione consiliare con delega alla legalità. “È un libro molto importante perché fornisce una testimonianza documentata ed ampia di quanto sta accadendo nelle nostre campagne e, in particolare, nelle aree più fragili del Veneto, come le zone montane e collinari, dove lo sfruttamento delle monocolture, in particolare il settore vitivinicolo che, introducendo pesticidi e utilizzando prodotti chimici anche quando non dovrebbero essercene, sta creando seri problemi alla biodiversità, all’ambiente e alle falde acquifere – ha esordito Zanoni – Dalla lettura dei dati, forniti dalla Regione Veneto per il monitoraggio di circa nel raggiungimento degli obiettivi indicati dall’Agenda ONU 2030, emerge che la nostra Regione è in ritardo e anche gravemente in ritardo rispetto all’obiettivo ‘Vita sulla Terra’ per la tutela del paesaggio, della biodiversità e della sostenibilità ambientale”. “Riporto alcuni dati – ha proseguito il presidente della Quarta Commissione – La monocoltura del vino in Veneto è ormai un dato di fatto. La Regione ha investito molti soldi pubblici in questo settore dell’agricoltura, anche a scapito di altre colture. Basti pensare che nel decennio 2009/2019 sono stati investiti 580 milioni di euro. Dovremmo invece utilizzare questi soldi anche per aiutare le colture sostenibili e biologiche. E abbiamo 101mila ettari di terreni coltivati ​​a viticoltura in Veneto. In particolare, in provincia di Belluno si è passati da 30 ettari nel 2010 a 285 nel 2022. Mentre nel trevigiano si è passati da 28 a 43mila ettari; a Verona da 26 a 30mila”. “E sottolineo come queste colture intensive causino un aumento di malattie, come la proliferazione della cicalina che porta la flavescenza dorata che colpisce i vigneti, ormai presenti ininterrottamente – ha aggiunto Zanoni – Per non parlare dell’uso sempre più massiccio di pesticidi: come ben 15,8 milioni di chili nel 2021 in Veneto, in media 3,3 chili a persona. E, paradossalmente, i controlli diminuiscono, con evidenti danni alla salute. Come commissione consiliare abbiamo approfondito il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in Veneto, e abbiamo visto come quattro casi di Parkinson siano strettamente legati all’uso di prodotti chimici in viticoltura”. “Ricordo – ha concluso Andrea Zanoni – che il Veneto, sul fronte biologico, è lontano da quel 25 per cento di superficie agricola indicato dalla Commissione Europea come obiettivo da raggiungere entro il 2030. Dal 2021 al 2023 abbiamo perso addirittura 8.500 ettari , passando dal 6 al 5 per cento biologico. Perché il biologico, qui, non viene sostenuto, ma anzi criminalizzato. E con la scomparsa della biodiversità stanno scomparendo anche i passeri che, da uccelli comuni sono diventati una rarità, per non parlare delle rondini. I dati dell’Arpav, infine, indicano la presenza di residui di pesticidi nelle acque superficiali, con evidenti danni alla biodiversità, all’ambiente, alle nostre acque e alla salute pubblica”. L’autore, Giannandrea Mencini, ha ricordato che “questo libro è il frutto del mio secondo lavoro di indagine, dopo aver affrontato, nel primo, ‘Pascoli di Carta’, la cosiddetta ‘mafia dei pastori’. Il volume esamina le conseguenze, per l’ambiente e la salute, determinate dalle monocolture intensive nelle Terre Alte, come il prosecco del Nordest, le mele della Val di Non, i noccioleti che stanno invadendo quasi tutta l’Italia e anche il Nord, legato alla produzione di una crema dolce. Denuncio l’uso massiccio di pesticidi e prodotti chimici in agricoltura, così come le modifiche che hanno subito i nostri paesaggi, con la scomparsa di fossati e siepi, che sono ecosistemi importanti. Ricordo che l’uso eccessivo delle monocolture suscitò molteplici proteste da parte dei cittadini intervenuti in difesa dell’agricoltura biologica. Il che non è certo impossibile: in Italia troviamo tanti esempi virtuosi, e lo riconosco nel mio libro. Aziende agricole che hanno scelto di intraprendere metodi biologici e biodinamici, anche nella produzione di vino e nocciole, nel rispetto dell’ambiente, delle colture autoctone e della biodiversità agricola”. Giannandrea Mencini, nel suo libro, intraprende un viaggio in Altopiano per indagare la perdita di biodiversità nel nostro Paese a causa del proliferare delle colture intensive. Vengono riportate testimonianze accurate sulle conseguenze ambientali, sanitarie e sulla biodiversità causate dalla diffusione delle monocolture in Italia. Ma non vengono evidenziati solo aspetti negativi, perché ci sono anche storie virtuose e vincenti che vanno dal Veneto all’Alto Molise, passando per il Lazio, a dimostrazione che è possibile anche un’agricoltura diversificata e sostenibile, basata sul rispetto del territorio e della sua storia rurale.

La responsabilità editoriale e i contenuti del presente comunicato sono di competenza della REGIONE DEL VENETO

 
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