“Che ne sarà della Cucina Cremasca?” – .

“Che ne sarà della Cucina Cremasca?” – .
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La cosa migliore è il titolo, “Bagai”. La cosa più interessante è il menu. Sto parlando del romanzo di Samuele Cornalba, classe 2000, residente a Pandino (Cremona). Il protagonista, anche lui ragazzo, anche lui di Pandino, quando è solo mangia crêpes surgelate, o panzerotti surgelati, o bastoncini di merluzzo surgelato. Quando è con la sua ragazza mangia panini al tacchino sul divano davanti alla TV. Quando è con suo padre mangia cinese. Il sesto capitolo di questo esordio einaudiano è un’apoteosi di deculturazione: «La tavola è affollata di cibo cinese da asporto, sulle confezioni il nome Weidao con un bambù stilizzato. Nel piatto Elia ha dell’edamame… Elia infila la forchetta nella polenta di soia… Nessuno dei due sa usare le bacchette… Elia fa una smorfia e pizzica l’udon…”. Aggiungo che Elijah fa colazione con Kellogg’s e Nesquik: che ne sarà di questo povero ragazzo? E soprattutto, se Elia rappresenta la sua generazione come temo, cosa ne sarà della nostra civiltà gastronomica. Cosa accadrà, nello specifico, ai tortelli cremaschi, al salame cremasco, alle radici di Soncino, alla torta Bertolina?

Così, tra provocazione e riflessione, scrive il giornalista, scrittore e opinionista attento alla cultura gastronomica, Camillo Langoneun grande estimatore della cucina di Bassano Vailati, cuoco di Trattoria Bassano a Madignano. A Langone intriganti anche i vini della cantina Caleffi di Spineda, Cremona. E ‘Bagai’, libro cremasco, è il caso editoriale della primavera 2024.

 
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