WRAITH – Alimentato dalla paura – .

WRAITH – Alimentato dalla paura – .
WRAITH – Alimentato dalla paura – .

votazione
7.0

  • Gruppo musicale:
    SPETTRO
  • Durata: 00:45:47
  • Disponibile dal: 28/06/2024
  • Etichetta:
  • Cartelle Protesiche

Cominciamo questa recensione facendo un passo indietro. I Wraith sono arrivati ​​sulla scena in un momento a dir poco propizio e con l’approccio perfetto per farsi notare. Mentre la spinta propulsiva di molti loro connazionali in qualche modo affini (dai Toxic Holocaust ai Municipal Waste) iniziava a scemare, di fatto, la progressiva mutazione della scena retro-thrash/hardcore in un nuovo ibrido che integrava elementi black, punk ed elementi sempre più marci li ha di fatto visti decisamente protagonisti, con l’apice rappresentato dall’eccellente “Undo The Chain”, del 2021.
Da allora, a ben guardare, non è cambiato molto per la band; al massimo, si nota l’ingresso in formazione del bassista Mike Drysch (attivo una decina di anni fa negli Scythe, combo black/thrash di Chicago), che dimostra anche un gran ‘slap’, assolutamente in linea con l’attitudine dei suoi compagni. Eppure, e lo diciamo dopo ben dieci ascolti, “Fueled By Fear” è un album che, dovendo dare una valutazione ‘concreta’, purtroppo ci ha lasciato un po’ perplessi. Non manca nulla di quello che ci si poteva aspettare: i riff sono carichi di grinta e violenza, i rulli di batteria, l’overdrive, tutti gli elementi stilistici che possono far divertire in questo genere sono presenti, eppure, allo stesso tempo, si avverte la strisciante sensazione di un lavoro svolto in modo eccellente ma senza anima. Brani come la title-track, “Heathen’s Touch” o la testa di motore “Ice Cold Bitch” – per coincidenza concentrata nella prima parte dell’album – spicca ancora per classe, o semplicemente introduce la giusta dinamica in un album che è riuscito, ugualmente divertente, ma un po’ meno sorprendente. E troppe canzoni, per quanto adrenaliniche, sembrano fatte con uno stampino per biscotti, per quanto ben fatto.
Il loro audace mix di generi, l’approccio sarcastico e la capacità di farti scuotere la testa sono sempre lì, ma probabilmente il precedente “Undo The Chain” ha segnato l’apice di un percorso eccellente, di cui la band di Indianapolis ora tende a vivere di proventi. Speriamo sia solo una fase di assestamento: sarebbe un peccato vederli seppelliti in un calderone generico, e ormai congestionato.

Italiano:

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