Cacciatore di narcisi | Mangialibri dal 2005 mai a dieta

Cacciatore di narcisi | Mangialibri dal 2005 mai a dieta
Cacciatore di narcisi | Mangialibri dal 2005 mai a dieta

Prato, notte del 17 aprile 1952. Da alcuni mesi nella piana di Prato accadono strani episodi, che hanno allarmato la popolazione, dove uno sconosciuto picchia le persone o le scaraventa a terra con potenti spinte. Si tratta di uno squilibrato affetto probabilmente da licantropia, date le urla disumane e lugubri con cui accompagna le sue gesta. L’ultima vittima è il parroco di Grignano, don Gennaro Bigagli, che nei pressi della canonica è stato aggredito da una figura armata di bastone che emetteva urla disumane. Il giorno dopo i carabinieri si sono subito messi alla ricerca dell'”uomo-lupo”. Hanno trovato un palo di vite con cui è stato aggredito il sacerdote e tracce lasciate dall’aggressore in fuga che finiscono in un campo di granoturco, poco distante dal luogo del delitto. Molti, interrogati sul fatto dalla polizia, ricordano subito dopo il tramonto un’ombra che si è alzata alle loro spalle e, con una spinta o un colpo, li ha scaraventati a terra con un fortissimo abbaio. Chi potrebbe essere quest’individuo che, in base alle fasi lunari o a qualche altro elemento, viene colto da queste crisi che lo trasformano in una bestia che aggredisce i passanti?

La spinosa questione legata al Mostro di Firenze è una storia ancora piena di misteri e non del tutto risolta. Ad esempio, non si sa ancora perché i cosiddetti “compagni di merenda”, condannati in via definitiva per i delitti del Mostro di Firenze, abbiano commesso quegli orribili crimini. Forse per psicopatologia, ma non vi è alcuna evidenza clinica di psicopatologia. Quindi, commissionati? Anche in questo caso, tuttavia, non vi è alcuna prova materiale dell’esistenza di uno o più mandanti per i duplici omicidi. Il risultato paradossale è che, per la giustizia italiana, vi è stato un reato psicopatologico ma nessun criminale psicopatologico e allo stesso tempo vi è stato un reato su commissione ma nessun mandante. È molto più probabile che i delitti rientrino nella categoria degli omicidi per lussuria. Per avere uno spiraglio di verità, dobbiamo quindi chiederci non tanto chi ma perché. Cristiano Demicheli, nato a Genova nel 1975, si è già occupato del caso del Mostro di Firenze in un volume precedente. Il libro in questione è Quel desiderio oscuro: un profilo del mostro di Firenze del 2020. In questo nuovo volume edito da Rogas Edizioni, riesce a fornire una risposta soddisfacente e coerente a diversi interrogativi ancora aperti sull’intera vicenda. Una risposta che potrebbe portarci qualche passo verso la verità. La prima parte del volume è dedicata a rispondere in modo generale a diversi interrogativi, come ad esempio il motivo delle mutilazioni femminili o l’uso della stessa pistola. Nella seconda parte, invece, l’autore si concentra sulla descrizione di un soggetto specifico che corrisponderebbe, per molti aspetti, a un identikit psicologico che corrisponderebbe a quello del mostro. Nel 1984, infatti, un uomo con precedenti penali plurimi di Prato, un certo Paolo P., si dichiarò il Mostro di Firenze. La sua casa si trovava a pochi metri da almeno tre scene del crimine e il suo lavoro lo mise in contatto diretto con una delle vittime.

 
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