Disponibile anche in farmacia il vaccino contro il papilloma, sperimentazione a Torino entro l’estate – .

Farmacie comunali, le cose cambiano. Entro l’estate, nella maggior parte dei 34 comuni torinesi posseduti dalla Fct, sarà disponibile il vaccino contro il papilloma virus (Hpv). Torino sarà tra le prime città in Italia a lanciare questo tipo di servizio. I vertici dell’azienda, partecipata al 20% dal Comune e per la restante parte da Unifarma e Farmagestioni, stanno lavorando con Federfarma ad un protocollo con l’Asl Città di Torino.

«Già oggi è possibile fare il vaccino antinfluenzale e anti-Covid. Ma potremmo arrivare ad avere tutti i vaccini obbligatori e anche quello contro l’herpes zoster, o “fuoco di Sant’Antonio” – spiega Gioacchino Cuntrò, presidente della Fct e in segreteria nazionale di Assofarma – In questo modo i cittadini potranno prevenire, in tempi brevi attese o grandi spostamenti, alcune patologie”. Il servizio avrà delle limitazioni: «Le persone fragili e chi necessita di cure mediche e rianimazione nelle vicinanze dovranno comunque rivolgersi alle strutture sanitarie», specifica Cuntrò.

Dopo l’approvazione del disegno di legge semplificazioni, approdato in Consiglio dei ministri, anche le farmacie potrebbero offrire nuovi servizi senza dover sottoscrivere di volta in volta protocolli specifici con le Asl. In futuro, ad esempio, si potrebbero ampliare gli esami del sangue eseguibili in farmacia. E in farmacia si potrebbero fare tutti i richiami vaccinali per chi ha più di 12 anni: dal morbillo, alla parotite, fino alla pertosse e al tetano. Per il momento, però, la farmacia non potrà avere al suo interno un medico di famiglia. «Ma si potranno fare televisite collegandosi con il medico in ambulatorio – dice l’amministratore delegato Davide Cocirio – Più che in città, questo sarà utile nelle zone interne, dove i medici sono pochi e alcuni comuni non hanno loro. A Portula, piccolo comune del biellese rimasto senza medico di base, il servizio è già in fase di sperimentazione”.

Il vaccino HPV nelle farmacie comunali sarà una prima conquista di questo nuovo corso. «Questa patologia è una delle principali cause di cancro sia nelle donne che negli uomini», affermano i vertici della Fct. Per le farmacie si tratta di un business nuovo. «All’inizio non avremo alcun guadagno, almeno per i cittadini che ne hanno diritto gratuitamente con il servizio sanitario nazionale, ma poi ci saranno conseguenze economiche perché le amministrazioni verrebbero pagate dalle Asl loro stessi. Per ora consideriamo quindi questa sperimentazione come un investimento. Avremo invece subito un piccolo ritorno da parte dei cittadini che faranno il vaccino a pagamento”, conclude Cocirio.

 
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