«Ci ​​ritroveremo senza niente in mano»- - – .

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Dopo l’avviso di espropri in vista della realizzazione dell’infrastruttura, dubbi e critiche da parte dei cittadini delle due sponde: «Pensate anche a chi si ritroverà ai margini del cantiere»

“Siamo in subbuglio da ieri”, dice Corriere Alberto Anselmo, titolare di un ristorante a Torre Faro che rientrerà nell’area di costruzione del Ponte sullo Stretto. Da allora il clima è stato questo su entrambe le sponde 3 aprileè stato pubblicato sul sito internet della società Stretto di Messina spa
l’avviso di avvio della procedura espropriativa
di tutti gli immobili in vista dei lavori. Oltre 1.500 pagine contengono l’elenco dei proprietari di case, attività commerciali e magazzini che dovranno andarsene. Dall’8 aprile, giorno in cui apriranno gli sportelli di assistenza, i cittadini interessati avranno 60 giorni di tempo per segnalare le proprie osservazioni.

Nelle tabelle pubblicate dall’impresa concessionaria per la progettazione e realizzazione dell’infrastruttura, i comuni di Messina, Saponara, Torregrotta, Valdina, Venetico e Villafranca Tirrena in Sicilia, e Villa San Giovanni, Campo Calabro, Varapodio, Terranova Sappo Minulio, Seminara , sono coinvolti. Nicotera, Limbadi, Gioia Tauro in Calabria. Le mappe mostrano in rosa la presenza del Ponte; le aree di cantiere sono in ocra; con colori diversi gli altri interventi da eseguire come riqualificazioni ambientali E deviazioni di strade e ferrovie. I dubbi erano tanti, almeno a poche ore dalla pubblicazione del bando: «La mia attività è nella lista degli espropri – aggiunge Anselmo -, ma è segnata in bianco sulla mappa. Devono dirci perché”. E prosegue: «Siamo ristoratori da 40 anni e qui ci sono tutti i sacrifici della nostra vita. È facile immaginare quale potrebbe essere il morale di tutta la famiglia: ci ritroveremo senza nulla in mano».

Torre Faro è la frazione del comune di Messina che sarà più interessata dai cantieri. Una zona turistica tra due laghi. Alberghi, B&B e strutture ricettive dovranno fare i conti con i prossimi cantieri: «Cerchiamo di affrontare il Nessun ponte e gli altri espropriati sulle azioni da intraprendere”, racconta all Corriere Domenico Pizzone, proprietario di una casa vacanze con 4 appartamenti vicino al Lago Pantano Piccolo, sulla sponda dell’Isola. «Per me non demoliranno il palazzo ma ridurranno i parcheggi. Gli espropriati verranno risarciti ma noi che lo saremo ai margini dei lavori subiremo anni di vessazioni a causa del rumore e della polvere. Dobbiamo pensare anche a chi non rientra direttamente nell’area del cantiere”, denuncia.

Stretto di Messina spa, secondo alcune stime, risarcirà i cittadini con una cifra di 100 milioni di euro. Sono 450 le case tra Sicilia e Calabria che rischiano la demolizione. Intanto l’assemblea è stata convocata per il 16 aprile conferenza dei servizi.

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4 aprile 2024 (modificato il 4 aprile 2024 | 17:45)

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