quest’estate sul grande schermo – .

Magixtra srl, importantissima casa di produzione cinematografica con sede a Milano, destinata a proporre al grande pubblico, prima del cinema e poi del piccolo schermo, un documentario cinematografico che permetterà la splendida Parco Archeologico di Sepino per far risplendere le sue straordinarie bellezze.

Il soggetto attuatore è un’altra importante realtà del mondo della cinematografia: l’ Framex Multimedia con sede a Roma. Il documentario si propone di interpretare la condizione che ha avuto nel tempo l’antica città di Sepino, partendo prima dalla città sannitica, per poi ponendo in modo esaustivo l’accento sulla città romana fino ai giorni nostri. Passato, presente e futuro che si rincorrono e creano sinergie per la conservazione e la costante bellezza che non si è mai spenta nel corso dei millenni. Oltre duemila anni di storia che hanno visto il passaggio, entro le mura cittadine, di popoli, greggi, pastori, artigiani che hanno contribuito all’integrazione tra loro senza dimenticare niente e nessuno e garantendo l’eccezionale livello di biodiversità e di bellezza strumentale, architettonica , culturale. Il tratturo diventa così decumano e cambia declinazione. Nel documentario c’è uno spaccato della transumanza che oggi è solo una mera credenza attraente e non più la pratica che ha reso grande non solo il Molise e la sua splendida Altilia, ma gran parte dei territori attraversati dai tratturi, soprattutto quelli di Pescasseroli-Candela. Il Molise deve sicuramente molto alla pratica dell’attraversamento, dell’andare e venire, che nel 2019 è stata riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale. Il tratturo è stato sicuramente l’elemento che ha dato origine alla città di Altilia e, per molti, ha avuto a che fare anche con la sua fine. Un tracciato che funge da elemento organizzatore del piano urbano, verso l’insediamento residenziale, impostato su percorsi pastorali. Il decumano che si fonde con il tratturo ed evidenzia la ricchezza di un sito di strepitosa bellezza e contestualizzazione tra opere e paesaggio. Poi il declino che non può certo essere attribuito solo alla cessazione della transumanza. Il tempo consente la riscoperta e la sua rimodulazione dei beni archeologici con il recupero degli stessi e la ultima istituzione di un Parco Archeologico che mira non solo all’autonomia, ma anche ad un’ulteriore valorizzazione attraverso canoni e progetti che non cancellino il passato e quindi la transumanza, ma attraverso la creazione di un museo che ne ricostruisca valori e interpretazioni, a volte non proprio favorevoli data la pratica di sfruttamento dei pastori da parte dei proprietari delle greggi, ne cambia volto e narrazione. Il Molise è terra cruda, dalla superba ruralità.

Ogni pietra o elemento in esso contenuto è simbolo di grande operosità e generosità. Spesso ci poniamo alcune domande: “Possiamo andare oltre i tratturi e la transumanza nella rappresentazione dell’identità molisana? Possiamo evitare le tentazioni tradizionaliste di abbracciare nuovi orizzontisentieri su antichi sentieri?”. L’antica Sepino ci mostra che l’integrazione è il senso di potenza di un luogo dal fascino senza tempo e senza fine. Dovremmo guardare oltre senza complessi di emarginazione identitaria e consolidare nel suo essere un sogno quello molisano come dice Francesco JovineÈ un mito tramandatomi dai padri e rimasto nel mio sangue e nella mia immaginazione”. Possiamo essere navi setose e tranquille anche senza navigare verso il paradigma dell’essere per trasferire in noi stessi la forza della vita. Le riprese sono iniziate l’11 aprile e si sono concluse il 14 con la conca della transumanza nel Santuario di San Pietro in Cantoni, altra perla tutta sepina. Durante le riprese, magistralmente dirette da Stefano Gabrieleregista di provata professionalità e sensibilità, coadiuvato dal direttore della fotografia Massimiliano Blasini, alla presenza del Direttore del Parco Archeologico di Sepino, Enrico Rinaldi e Maurizio Varriano. La storia con la sua affascinante modulazione parlata è stata affidata al noto attore, Claudio Alfonsi che dopo aver agito in “La vita è bella”, “Il sistema”, “Il restauratore”, “Una casa nel cuore”, nel salutare il Molise ha avuto parole di apprezzamento”Quando lavoravo in”La vita è bella” si avvertì nell’aria una magia che prometteva cose importanti e il film vinse tre Oscar. Non voglio fare paragoni irriverenti ma solo dire che in questo lavoro, per me il primo docu, ho sentito la stessa magia e quindi…un grande augurio a “Sepino” per il successo che merita”. Il gregge di 200 o più pecore era governato da Raffaele Parente e Salvatore Nicoletta. L’ospitalità e la logistica sono state garantite a cura dell’Azienda Autonoma per il Turismo e il Turismo del Molisesempre in prima linea nella promozione turistico culturale del Molise con il sostegno di Palazzo Centrum e CB Molisani e daAmministrazione del Parco Archeologico di Sepino. Grazie all’amministrazione Sepine e alla presidenza del Consiglio Regionale del Molise.

di Maurizio VARRIANO

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Tag: Sepino Parco Archeologico set Docufilm estate grande schermo

 
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