Processo Scarano, le accuse reggono anche in appello ma i giudici gli scontano un anno e nove mesi – .

Processo Scarano, le accuse reggono anche in appello ma i giudici gli scontano un anno e nove mesi – .
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Sconto in appello per monsignor Nunzio Scarano e la sua commercialista Tiziana Cascone. L’accusa di riciclaggio è rimasta in piedi, i giudici di secondo grado (presidente…

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Sconto su ricorso per Monsignor Nunzio Scarano e il suo commercialista Tiziana Cascone. Resta in piedi l’accusa di riciclaggio i giudici di secondo grado (presidente Patrizia Cappiello) condannarono il prelato salernitano (difeso daavvocato Riziero Angeletti) a 5 anni e 3 mesi di reclusione e 5mila euro di multa invece dei 7 anni e 7mila euro di multa comminati in primo grado e al professionista salernitano (difeso da avvocati Carmine Giovine e Agostino De Caro) a 2 anni e 5 mesi e 3.200 euro di multa (in primo grado 3 anni e 6 mesi e 4mila euro di multa) con la revoca – per Cascone – dell’ulteriore pena irrogata in primo grado (l’interdizione sullo svolgimento di attività pubbliche). Confermata il resto della sentenza di primo grado, i giudici della Corte d’Appello di Salerno si sono riservati 90 giorni per depositare la motivazione. E, quindi, capire se si utilizzerà il terzo grado di giudizio oppure la sentenza diventerà esecutiva.

LA STORIA

La vicenda riguardava l’estinzione di un’ipoteca su un appartamento che Scarano (già responsabile della contabilità dell’Aspa, l’amministrazione dei beni della sede apostolica) aveva dato in garanzia: secondo le accuse, l’ipoteca sarebbe stata estinta con false donazioni di terzi e con assegni da 10mila euro poi rimborsati in contanti per coprire un ingente riciclaggio di denaro. In particolare, il giro di assegni, passando sotto forma di donazioni, sarebbe rientrato nell’operazione di riciclaggio (limitata, come hanno precisato i giudici della seconda sezione penale, alla somma di due milioni e 400mila euro) come ha spiegato monsignor Scarano sarebbe stato a conoscenza della provenienza illecita delle somme di denaro ricevute. E i due imputati sono stati i principali protagonisti dell’inchiesta della Procura di Salerno (pm Elena Guarino) culminò in un maxiprocesso che si concluse con la condanna di Scarano e Cascone e l’assoluzione di tutti gli altri imputati (una cinquantina che, probabilmente a loro insaputa, parteciparono all’operazione di rimborso del mutuo).

Lo scorso gennaio la Procura aveva chiesto ai giudici della Corte d’Appello di Salerno di confermare la sentenza di primo grado (marzo 2022) per entrambi gli imputati e poi c’erano state le tesi dei difensori sull’insussistenza del reato di riciclaggio.

I giudici di secondo grado, con la sentenza emessa ieri pomeriggio, hanno confermato l’ipotesi accusatoria ma hanno ridotto le sentenze: ora bisognerà leggere le motivazioni (tra novanta giorni) per capire le ragioni dietro al computo delle due sentenze oltre a quelle ipotesi di reato che ha resistito anche in secondo grado di giudizio nonostante le pene inflitte siano state ridotte di un anno e un mese per il commercialista Cascone e di un anno e sette mesi per il prelato Scarano. Ricordiamo che l’indagine, avviata nel 2013, ha portato la Procura di Salerno ad accertare presunte false donazioni provenienti da società offshore del Armatori D’Amico sono transitate sui conti dello IOR (istituto finanziario vaticano per le opere religiose) intestati a Scarano e, secondo il pm Elena Guarino che ha coordinato le indagini, le donazioni sarebbero servite a coprire un ingente riciclaggio di denaro. Don Nunzio Scarano prima di prendere i voti è stato funzionario di banca e poi, una volta entrato in Vaticano, è stato impiegato nel settore immobiliare‘Apsaun’organizzazione con migliaia di proprietà di valore e depositi per un valore di centinaia di milioni di euro.

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Tag: Scarano processo accuse sospensione appello giudici servire anno mesi

 
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