“Per De Rossi ci butteremo nel fuoco o in un fosso” – .

“Per De Rossi ci butteremo nel fuoco o in un fosso” – .
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Queste le parole di Pellegrini nella conferenza stampa della vigilia di Milan Roma:

Cosa dici da capitano ai tuoi compagni prima di una partita come questa? È da molto tempo che non parli in conferenza stampa, perché tutti questi mesi di silenzio da parte tua?

“Queste sono cose che decidiamo insieme all’azienda. C’è stato un momento particolare, a inizio stagione ho subito due infortuni quindi abbiamo deciso di concentrarci maggiormente sulla salute fisica e mentale. Può succedere durante una stagione, è normale che un capitano non venga spesso a parlare ai microfoni. Sono sempre presente con tutti i miei compagni e per la Roma è questo che mi interessa di più. Roma-Milan? Questa partita è bella da giocare, un calciatore inizia a giocare a calcio per giocarsi queste sfide. I 70mila tifosi ci spingeranno e potranno darci qualcosa in più. Sarà difficile perché il Milan verrà qui per passare il turno, ma noi abbiamo anche questo obiettivo. Ottima partita a Milano, possiamo fare ancora meglio al ritorno”.

La mentalità deve essere quella di vincere senza pensare a gestire il risultato?

“Questo è quello che vuole trasmetterci l’allenatore. A volte pensi che alcune partite siano meno importanti, ma sono proprio quelle partite che ti permettono di sfidare le grandi squadre. Una squadra con la testa forte gioca la partita contro il Milan anche contro una squadra inferiore, per noi deve essere la stessa cosa. Dobbiamo lavorare e migliorare, il mister può darci molto sotto questo aspetto. In Europa abbiamo fatto percorsi incredibili, ma abbiamo mancato il campionato e questo non dovrebbe accadere per una squadra come la nostra. La Roma deve competere in tutte le migliori competizioni, il nostro obiettivo è far sì che la Roma meriti di tornare”.

Ti vedi con la Roma per tutta la vita?

“Qui sono a casa, ma allo stesso tempo devo meritarmi la maglia ogni giorno, oltre che la fascia. È un onore e un orgoglio incredibile indossare la fascia di capitano, ma va indossata 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno. Per me è tutto un po’ un sogno, essere qui accanto al nostro grande allenatore… Sono felice, vivo il momento sapendo che devo meritarmi ogni giorno lo stemma sul petto”.

Le difficoltà tattiche sono superate? Che aiuto ti ha dato il coach?

“A livello calcistico mi sento bene. Siamo sulla buona strada, se qualche mese fa ci avessero detto cosa stiamo facendo adesso saremmo stati tutti contenti. La Roma ha iniziato un percorso che sta funzionando, c’è tanto su cui lavorare e migliorare, ma per me è la strada giusta. Sono contento di quello che sto facendo, ma non sono soddisfatto perché non abbiamo ancora raggiunto nessun obiettivo, quindi è troppo presto per accontentarsi. Dobbiamo essere entusiasti, ma mai soddisfatti. Secondo me possiamo fare tanto bene, lavorare duro come stiamo facendo e creare un percorso che ci renda felici”.

Ti piacerebbe parlare ancora dei tuoi momenti negativi?

“Voglio risponderti senza risponderti (ride, ndr). Sono quello che vedi, molte persone mi dicono che apprezzano la mia trasparenza. Ho un ruolo importante qui, perché è per me e non si limita a legare la band la domenica, c’è molto di più. Non mancherei mai di rispetto alla Roma, mi hanno dato la vita. Ciò che ho fatto e farò sempre sarà per il bene della Roma”.

Cosa ti ha dato De Rossi in più rispetto agli altri allenatori?

“Ogni allenatore ha le sue particolarità e ti lascia qualcosa. C’era già il rapporto con l’allenatore, poi pensiamo solo a fare bene alla squadra. L’allenatore mi ha stupido sotto tanti punti di vista, l’ho sempre considerato una persona e un professionista che sarebbe diventato un allenatore e ho sempre avuto la convinzione che sarebbe diventato un allenatore rivoluzionario, che tutti invidiano e chiedono. Ma non mi aspettavo che fosse già così preparato, inizialmente ero stupido, ora un po’ meno. Siamo tutti molto contenti, prepariamo bene le partite. Ci getteremmo nel fuoco o in un fosso per quello che ci dice l’allenatore ed è la cosa più importante per un allenatore saper trasmettere le sue idee a giocatori capaci di riceverle. Cerchiamo di capirli bene”.

 
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