quanto vale questo Inter-Milan? – .

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I derby sono notoriamente partite speciali e la loro essenza va ben oltre la posta in gioco di una singola partita. Il fascino di queste sfide sta anche nel fatto che spesso sfuggono ad ogni previsione, rappresentando il più delle volte un importante crocevia stagionale per i contendenti. Il derby di Milanoche andrà in scena lunedì prossimo (22 aprile) alla Scala del Calcio (giornata numero 33 della Serie A), non farà eccezione in questo senso e sarà caratterizzato da un peso specifico ben superiore a quello di un derby “tradizionale”.

Inter e Milan arrivano rispettivamente prima e seconda della classe con la Beneamata a +14 sul Diavolo e in tasca il primo match point stagionale; infatti, in caso di vittoria nel derby i nerazzurri salirebbero a +17 sui rossoneri, mettendo un gap incolmabile tra loro e i loro “immediati inseguitori” (con 5 partite ancora da giocare e soli 15 punti a disposizione) e aritmeticamente vincendo lo scudetto della seconda stella. Per l’Inter, quindi, l’occasione quasi irripetibile di conquistare San Siro (per il Milan sarà un derby casalingo) e conquistare il titolo di Campione d’Italia proprio in casa dei cugini, suggellando così in maniera quasi romantica la cavalcata trionfale di questa stagione. Inutile dire che il percorso imposto dai nerazzurri in campionato rasenta molto la perfezione, con statistiche di squadra e individuali impressionanti; 83 punti vinti (in 32 partite)frutto di 26 vittorie, 5 pareggi e una sola sconfitta, miglior attacco (77 gol segnati), miglior difesa (17 gol subiti) e uno sorprendente +60 di differenza reti (meglio di Real Madrid e Manchester City, rispettivamente in testa alla Liga e alla Premier League).

Come se non bastasse, l’Inter è l’unica squadra capace di piazzare tre suoi giocatori nella top ten dei marcatori; al di là Lautaro miglior marcatore del torneo con 23 reti, con 11 troviamo Calhanoglu (infallibile dal dischetto) e Marco Thuram (partner offensivo ideale per il Toro). Questi numeri, accompagnati da un calcio sempre piacevole e propositivo, hanno reso la squadra di Inzaghi un vero e proprio rullo compressore della Serie A, capace di imporre un ritmo insostenibile per tutti e alla lunga indebolendo anche la resistenza della Juventus che, fino allo scontro diretto a San Siro sembrava l’unico in grado di dare filo da torcere ai nerazzurri (Vecchia Signora che poi è letteralmente crollata fino a scivolare al terzo posto, a -20 siderale dalla fascia di Inzaghi).

E Milano? Come arriva a questo derby? Indubbiamente potrebbe non arrivarci nelle migliori condizioni, sia fisiche che soprattutto “mentali”; diciamo “potrebbe” perché molto dipenderà da cosa accadrà questa settimana nel ritorno dei quarti di Europa League all’Olimpico contro la Roma. I rossoneri, reduci dalla sconfitta di misura dell’andata, sono chiamati a guadagnarsi il passaggio alle semifinali; qualora il cammino europeo del Diavolo dovesse interrompersi al cospetto della squadra di De Rossi, il Milan vedrebbe svanire l’ennesimo obiettivo stagionale presentandosi al derby “svuotato”.

Mai veramente in lotta per lo scudetto, fuori ai quarti di Coppa Italia, terzo nel girone di Champions (in un girone sulla carta ma con grande rammarico per non aver raggiunto quegli ottavi che alla fine erano assolutamente alla portata) ) e quindi “retrocesso” in quell’Europa League che è diventata un’opportunità e un obiettivo delicato per un Milan che sogna di conquistare per la prima volta nella sua storia il secondo trofeo continentale più importante (cosa mai raggiunta nemmeno con la “vecchia” Coppa Uefa). E con ogni probabilità, gran parte del futuro del Milan dipenderà da come il Milan uscirà da questa settimana infuocata Stefano Pioli in rosso e nero.

La posizione dell’allenatore è sembrata vacillare più volte in questa stagione; Risultati inferiori alle aspettative uniti alla raffica di infortuni che ha colpito la squadra e alla grande fragilità difensiva del Diavolo (media di oltre un gol subito a partita) hanno inevitabilmente portato a mettere in discussione il tecnico. Al che va riconosciuto per essere stato bravissimo a districarsi tra mille difficoltà, trovando sempre la forza di reagire e rimettersi sulla linea di galleggiamento anche nelle fasi più critiche. La prestazione dei rossoneri nelle ultime settimane è sintomatica di questa forma di resilienza; dopo le sconfitte contro Monza in campionato e Rennes in Europa League (ininfluenti ai fini del passaggio al turno) di febbraio, Il Milan ha messo insieme una serie di risultati positivi che, complice anche il crollo verticale della Juventus, ha permesso al Diavolo di sorpassare la Vecchia Signora e salire al secondo posto in classifica.

Ma la sconfitta casalinga contro la Roma in Europa League e il pirotecnico pareggio in rimonta contro il Sassuolo (3-3) nel pieno di una battaglia per la sopravvivenza sembrano aver riportato alla luce una serie di problemi che sembravano risolti, esacerbando così il malessere. e insoddisfazione nel Milan rossonero. Superare il turno di Europa League consentirebbe al Milan di arrivare al derby con ritrovato entusiasmo e con l’obiettivo primario di rinviare di almeno una settimana la festa scudetto nerazzurra; viceversa, un Milan sfiduciato dall’uscita dalle coppe potrebbe rappresentare la vittima sacrificale ideale per un Diletto che sogna di imporre ai cugini la “vergogna” dei festeggiamenti per lo scudetto della seconda stella in un San Siro dai colori rosso acceso e forte. tonalità nere. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, la sensazione è quella La posizione di Pioli è tutt’altro che solida e che quelle contro Roma e Inter saranno per l’allenatore la più classica delle sfide a testa in giù.

Indubbiamente ci sono un paio di fattori da non sottovalutare che sembrano giocare a favore del tecnico; da un lato la presenza di un contratto in scadenza nel 2025 che in caso di licenziamento imporrebbe al club di farsi carico nella prossima stagione degli stipendi di 2 allenatori (Pioli ed eventuale sostituto) e del relativo staff tecnico. Allo stesso tempo, crescono le difficoltà nel raggiungere in panchina top player del calibro di Conte o Klopp (con un anno sabbatico in vista per il tedesco in partenza dal Liverpool), soprattutto per questioni legate agli stipendi “pesanti” e alle “richieste” degli stessi in ottica mercato, potrebbero rilanciare le quotazioni di un tecnico più “corporate” come Pioli. Se poi la società di via Aldo Rossi decidesse di non puntare su un allenatore emergente (style Thiago Motta) quindi Pioli potrebbe restare alla guida del Milan anche la prossima stagione, ormai più per mancanza di alternative (ritenute valide o valide) che per piena soddisfazione per il proprio lavoro.

Indipendentemente da come finirà la stagione del Milan, ribadiamo un concetto già espresso qualche mese fa; Il ciclo di Pioli in rossonero – che raggiunse l’apice con la conquista del 19° scudetto della storia del club – ormai è esaurito e dalla scelta che farà il club sul fronte tecnico capiremo meglio le reali ambizioni del Milan che verrà.

Enrico Paci, 17 aprile 2024

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