“1 euro ciascuno”. La triste fine delle sedie a rotelle – .

“1 euro ciascuno”. La triste fine delle sedie a rotelle – .
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La storia degli infami sedie a rotelleche si contendono l’Oscar dell’idiozia espressa dalla triade con l’obbligo di indossare mascherine all’aperto Conte-Speranza-Arcuri, torna di moda in modo abbastanza sensazionale. Sembra, infatti, che il Comune di Bagnoli di Sopra, piccolo comune del padovano, abbia richiesto e ottenuto un centinaio di questi insensati strumenti pensati per limitare i contagi. Accettando l’offerta della Provincia di Padova, che ne aveva stoccati nei propri magazzini circa 600, la stessa amministrazione comunale ha pagato, per così dire, la cifra simbolica di un euro ciascuno. In poche parole, considerando che ogni scrivania è costata al solito Pantalone, ovvero il contribuente italiano, circa 150 euro, si tratta di un risparmio colossale, nonché dell’ennesimo investimento Covid-19 finito letteralmente nel cesso.

Ma almeno in questo caso le scrivanie serviranno a qualche scopo utilecome ha spiegato Mattinata a Padova Il sindaco Milan, che era proprio alla ricerca di alcune sedute per attrezzare una grande sala riunioni all’interno della base militare dismessa di San Siro: «Sono sedie nuove, mai utilizzate, certificate e sicuramente adatte al nostro scopo. Con questa fornitura – ha aggiunto – arriveremo a 400 posti. Se fossero stati comprati nuovi avremmo speso molto di più.”

Tuttavia, contrariamente a quanto titolato da molti giornali e siti online, la stessa Provincia ha diffuso la seguente nota che, però, a nostro avviso non cambia molto la questione di fondo, legata auso sconsiderato del denaro pubblico durante la pandemia: “Non si tratta di una vendita, bensì di una comodato d’uso. Contrariamente a quanto emerso nelle ultime ore, la Provincia di Padova non ha venduto le sedie a rotelle al Comune di Bagnoli di Sopra. I beni in questione sono stati concessi in comodato d’uso al Comune. Se l’Ente Provincia volesse vendere questi o altri beni, dovrebbe venderli mettendoli all’asta. Il prezzo simbolico – si legge ancora nella nota – di un euro per ogni sedia a rotelle è stato stabilito proprio perché si tratta di comodato d’uso per un periodo transitorio e non di vendita».

Insomma, se non è zuppa è pane bagnato, suggerendo che la formula del prestito sia stata scelta per liberarsi più facilmente dall’ingombrante fardello su ruote. Anche perché, va aggiunto, non credo che in caso di asta pubblica ci sarebbe stata una folla ad acquistare uno dei simboli più significativi di una follia virale durò oltre tre anni.

Claudio Romiti, 18 aprile 2024

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