«Dopo tanta fatica è stato consegnato l’aggiornamento al dimensionamento clinico-gestionale del nuovo ospedale di Andria. È praticamente uguale a quello vecchio, salvo qualche attrezzatura nuova e aggiuntiva, che non si spiega facilmente, perché proviene dallo stesso recinto di chi aveva tentato di rimuovere più di qualcosa e addirittura declassare l’ospedale al livello I” . Esordisce così una nota firmata dai consiglieri regionali di Amati e Mennea Azione e dal consigliere comunale di Andria Grumo che hanno lanciato l’allarme dopo aver ricevuto il nuovo piano di gestione clinica del nuovo ospedale.
«Ma se è tutto uguale, tranne quanto sottolineato prima, perché abbiamo rinnovato la procedura? Perché abbiamo fatto questo grande giro, perdendo così tanto tempo e mettendo in discussione la progettazione già esistente e il processo di convalida in corso? C’è forse la volontà di fondo di sottoporre nuovamente il dimensionamento all’approvazione ministeriale, nella speranza che sia severo, ma abbastanza severo da ottenere da parte di altri il tanto auspicato declassamento che da parte propria non è stato ottenuto?”.
«Un brutto pensiero. Non c’è dubbio. È utile però lasciare traccia di un sospetto che potremmo pentirci di aver avanzato e del quale saremo costretti a chiedere scusa. Sarebbe molto più semplice, e con meno insidie, se si tornasse alla vecchia procedura, al vecchio dimensionamento clinico-gestionale e alla progettazione esistente, completando il processo di verifica e validazione. E intanto proporre al ministero l’accordo di programma per la ridistribuzione delle somme non più disponibili per la scadenza del vecchio accordo di programma, con l’auspicio di ottenere una pronta risposta perché basata su una documentazione già approfonditamente esaminata”.
«Questa è la nostra idea. Ma speriamo di sbagliarci perché, se non sbaglieremo noi, le burocrazie sanitarie saranno pronte a chiedere scusa alle migliaia di persone che, a causa di questo gioco burocratico, non potranno ottenere le cure necessarie. Ma temiamo che le scuse non verranno accettate”.
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