i funerali celebrati in una cattedrale gremita dopo la processione molto partecipata. Il ricordo del viceprefetto Sabina Di Martino – .

RAGUSA – I funerali di Giuseppe Leone, il grande maestro della fotografia scomparso mercoledì all’età di 88 anni, sono stati celebrati nella cattedrale di San Giovanni Battista a Ragusa, in un pomeriggio caratterizzato da pioggia e forte vento. L’amministrazione comunale ha proclamato il lutto cittadino. La funzione religiosa è stata presieduta dal vicario generale della diocesi di Ragusa mons. Sebastiano Roberto Asta, dal parroco della Cattedrale di San Giovanni Battista Don Giuseppe Burrafato e da Don Franco Boncoraglio. Il corteo funebre, al quale hanno preso parte numerosi cittadini, è iniziato dalla quadreria fotografica del maestro, dove la bara è stata sollevata al cielo, accompagnata da un composto battito di mani, prima di arrivare in via Roma e raggiungere piazza San Giovanni.

LA MEMORIA DEL MAESTRO NELLE PAROLE DELLA VICE PREFETTA SABINA DI MARTINO
Mancherà a tutti la grande figura poliedrica e talentuosa del Maestro Leone. Conversatore spiritoso e uomo di vasta cultura, mise il suo immenso talento al servizio delle arti e dei mestieri, del mondo rurale, segno distintivo di un territorio a vocazione rurale così come del paesaggio ibleo ricco di carrubi e alberi secolari. Le sue immagini in bianco e nero erano dipinti che davano il giusto registro agli usi e costumi e alla vita quotidiana e così il lavoro nei campi veniva celebrato allo stesso modo delle processioni, assumendo importanza, valore, rispetto e cura. Non potevi fare a meno di restare affascinato dall’atmosfera che si respirava nella gallery, concentrando lo sguardo su quegli scatti che non potevano essere considerati foto in senso stretto, dentro c’era tutto un mondo a cui il maestro Leone apparteneva, in in cui si è identificato e che ha trasmesso attraverso la sua immensa opera fotografica. Restano indelebili i ricordi di tanti momenti trascorsi insieme davanti ad una granita servita da Enzo Di Pasquale, cullati dalle onde del mare di Caucana. durante i nostri pranzi da Majore con aneddoti e curiosità sui suoi amici di sempre: Sciascia, Bufalino, Consolo, Sellerio. Il tratto personale del Maestro Leone resterà sempre impresso dentro di me, romano, arrivato in Prefettura per svolgere funzioni dirigenziali e se l’intero contesto ragusano rappresenta ormai per me il luogo del mio cuore, lo devo soprattutto a lui.
Dott.ssa Sabina Di Martino, Vice Prefetto

ANCHE CAMPANIA HOVAGES IL MAESTRO LEONE
Continuano ad arrivare numerosi messaggi di cordoglio da tutte le parti d’Italia. Anche la Campania ricorda il maestro. Leone ha dedicato la sua vita alla fotografia, arrivando due volte in Campania. È stato uno dei simboli della Sicilia attraverso la fotografia. Amico e compagno di viaggio di scrittori come Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino e Vincenzo Consolo, ha parlato di bellezza in circa 70 pubblicazioni con le più importanti case editrici italiane. Tra questi, merita attenzione anche un volume dedicato alla Campania, prodotto dal Premio Penisola Sorrentina per uno speciale progetto di residenza artistica (diretto dall’omonimo Peppe Leone, artista sannita) partito dal Museo Correale di Sorrento e diffusosi a Pompei, Napoli. , Paestum, Salerno, Benevento, Buonassociazione, Teggiano e Procida, nell’anno della capitale italiana della cultura. Dal volume, edito da Plumelia Edizioni (prefazione di Concetto Prestifilippo e Mario Casillo) con il patrocinio della Regione Campania, è stata realizzata anche una piccola mostra, ospitata nelle sale dell’archivio della Fondazione Banco di Napoli tra paesaggi, luoghi nascosti e luoghi famosi monumenti sulle tracce del Grand Tour. “Giuseppe Leone – commenta il direttore del Premio Penisola Sorrentina Mario Esposito – ha viaggiato per il mondo portando sempre con sé la macchina fotografica e la lanterna del Mediterraneo. In questo percorso umano e artistico anche la Campania trova luce e voce attraverso i suoi film immortali. Non lo dimenticheremo”.

MUSA DELLA SICILIA E CASA DI PEPPINO LEONE
La Sicilia è stata “musa e casa” per Leone, il fotografo era noto soprattutto per aver descritto i paesaggi e i costumi della Sicilia dagli anni Cinquanta ai giorni nostri. Era appena stata inaugurata al museo di Palazzo Zacco di Ragusa una sua mostra dedicata al mondo contadino. Figlio dell’organista del duomo di Ragusa, Giuseppe Leone iniziò a seguire il padre quando si celebravano i matrimoni a soli sei anni. Nella grande chiesa barocca rimane affascinato da quegli spettacoli straordinari. Il padre avrebbe voluto che anche lui facesse l’organista, ma il ragazzo vorrebbe fare il pittore quando, vedendo all’opera il fotografo Antoci durante una cerimonia di matrimonio, gli chiede se può recarsi nel suo laboratorio.

Comincia così, a 14 anni entra per la prima volta in una camera oscura. Quell’anno, il 1952, gli scattò già una delle fotografie più famose: il treno con la locomotiva a vapore che passa sul ponte sul torrente San Leonardo con Ragusa Ibla sullo sfondo. A 21 anni, acquistata la sua prima macchina fotografica a soffietto, apre il suo studio dedicato soprattutto alla fotografia di matrimonio, ma, allo stesso tempo, continua un personale lavoro di testimonianza, scavo, indagine, al limite della vivisezione, del paesaggio siciliano che lo da allora non si è più fermato.

L’EMOZIONE DEL SINDACO DI RAGUSA PEPPE CASSI’
Conosciuto soprattutto per aver raccontato i paesaggi e i costumi della Sicilia dagli anni Cinquanta a oggi, ha pubblicato oltre 50 volumi con vari editori come Sellerio, Eri, Electa, Bompiani e tenuto mostre in Italia e all’estero. “In questo triste giorno – sottolinea il sindaco Peppe Cassì – Ragusa perde uno dei suoi massimi esponenti artistici. Peppino Leone non è stato solo un fotografo siciliano ma la Sicilia nella fotografia. Le sue straordinarie amicizie letterarie, il suo impegno nel descrivere i luoghi e l’umanità degli Iblei, per valorizzare eccellenze come il Palazzo della Prefettura e allo stesso tempo le nostre tradizioni più intime. Per anni il suo studio è stato una luce sempre accesa e sempre viva nel nostro centro storico; e proprio ieri abbiamo inaugurato una sala del nuovo Museo della Città a Palazzo Zacco con 30 sue fotografie di Ragusa”.

IL SENATORE SALLEMI: “LA SUA FOTOGRAFIA RACCONTAVA EMOZIONI”
Anche il senatore Salvo Sallemi di Fratelli d’Italia esprime il suo cordoglio per la scomparsa del fotografo ragusano Giuseppe Leone. “Il calibro di Giuseppe Leone come artista è stato riconosciuto in tutto il mondo, con mostre e pubblicazioni che celebrano la sua visione unica e la sua capacità di catturare la bellezza e la poesia della realtà che lo circonda. La sua fotografia ha saputo raccontare storie, emozioni e paesaggi, offrendo al mondo un’immagine autentica e vibrante della Sicilia e del suo territorio”, afferma Sallemi.

“La scomparsa di Giuseppe Leone rappresenta una grave perdita per il mondo artistico, non solo per Ragusa ma per tutta la Sicilia. È stato un artista capace di descrivere l’isola e di catturarne l’anima, diventando uno dei suoi più grandi ambasciatori culturali. Il lavoro di Leone – anche nel contesto dell’attivismo culturale sviluppato in sinergia con i più grandi scrittori isolani che ha incontrato e fotografato – continuerà a ispirare generazioni di amanti dell’arte”.

Foto di Salvo Bracchitta

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