«La chiusura dei reparti è nell’atto aziendale. Si dimette l’assessore Saltamartini” – .

«La chiusura dei reparti è nell’atto aziendale. Si dimette l’assessore Saltamartini” – .
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PESARO – «Le dimissioni di Storti e Berselli sono la punta dell’iceberg del caos nella sanità provinciale. Ora Saltamartini si dimette, fatelo come atto di responsabilità”. È un attacco perentorio, quello del Pd provinciale, comprendente i segretari di Pesaro e Fano, quello provinciale e i due consiglieri regionali in rappresentanza del territorio, contro la gestione della sanità da parte della giunta regionale. Nel mirino c’è soprattutto l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, di cui si chiedono le dimissioni. La conferenza stampa organizzata ieri dai dem arriva in seguito alle dimissioni del direttore generale dell’Ast1 Nadia Storti, per prepensionamento, e del direttore sanitario dell’Ast stessa, Edoardo Berselli, che si dedicherà esclusivamente alla guida della complessa unità operativa Qualità Accreditamento e Formazione.

«Le dimissioni di due figure apicali di Ast1 (tre nell’arco di 2 anni) gettano confusione e allarmano tutti – rileva la segretaria provinciale del Pd Rosetta Fulvi – Non ci siamo mai accontentati, ma oggi c’è un passo avanti in peggioramento. Bisogna redigere l’atto societario, di cui ancora non si hanno notizie, le liste di attesa sono in una situazione drammatica, non parliamo di mobilità passiva. La situazione è in grande difficoltà. Storti e Berselli hanno affrontato la pandemia con grande impegno. Berselli ha evidenziato di non essere in grado di sostenere un doppio carico di lavoro pesante, questo accade perché la Regione, nel delineare le scelte in campo sanitario, non si fa carico dei problemi che esistono a tutti i livelli. C’è un sentimento da parte dei cittadini di preoccupazione e di abbandono. Chi ha generato tutto questo è la Regione, nelle figure di Acquaroli e Saltamartini. Per questo è necessario che il consigliere si assuma la responsabilità di quanto accaduto e si dimetta”.

Renato Claudio Minardi, segretario del Pd di Fano, aggiunge: «Il sistema sanitario nella nostra provincia è nel caos più totale, perché dopo la soppressione dell’ospedale si è creata una grande confusione. Ad oggi non esiste alcun atto societario e non esistono le condizioni affinché gli operatori possano lavorare al meglio. Il personale e l’intera organizzazione dell’ospedale vanno integrati con un rimescolamento di carte dove nessuno sa più cosa fare. A Fano è naufragato il progetto di un ospedale di secondo livello da 300 posti letto, con la prospettiva alternativa di fare cosa? Non sappiamo quale sarà il futuro di Santa Croce. Reparti, posti letto e personale, su questi temi non c’è prospettiva per l’ospedale di Fano. L’atto aziendale uscirà dopo le elezioni, il 10 giugno, perché non hanno il coraggio di dire cosa ci sarà della sanità nel nostro territorio. Il Dm70 vale per tutti, anche per loro. Siamo molto preoccupati per queste doppie dimissioni, perché la sanità è allo sbando e i cittadini non possono continuare a rivolgersi al privato e ad andare fuori regione”.

Per Giampiero Bellucci, segretario Pd di Pesaro «la politica di questo consiglio regionale è stata molto chiara sullo smantellamento, vedi Marche Nord e il progetto dell’ospedale di secondo livello a Muraglia. E le risposte? La nomina di Storti ha dato la consapevolezza di essere una persona capace di gestire i problemi di salute. Ma questa persona si è trovata di fronte all’impossibilità di coniugare la capacità professionale con indicazioni politiche che prefiguravano scenari in cui un professionista non è in grado di gestire la situazione. Non possiamo rispondere a tutto questo con rabbia e imbarazzo. Il presidente della Regione deve rispondere su quale sarà il futuro della nostra provincia”. Nella conferenza stampa di ieri sono intervenuti anche i due consiglieri regionali Micaela Vitri e Andrea Biancani. «Le dimissioni dei due dirigenti Ast1 sono solo la punta dell’iceberg di un vero e proprio tracollo della sanità regionale. Il progresso del Pnrr nelle Marche è al 25%. Secondo il rapporto Istat, nelle Marche quasi il 10% delle persone rinuncia alle cure, terzultima tra le regioni italiane, davanti a una media nazionale del 7,6%. L’atto societario è già pronto: dice che chiuderanno i reparti di Pesaro e Fano. Quell’atto societario non uscirà mai, ma i dipartimenti chiuderanno. E sempre di più verrà speso per i medici simbolici. Lo dicono i dirigenti che se ne sono andati”. Anche il presidente della Provincia Giuseppe Paolini che ha espresso “molta preoccupazione per la sanità provinciale”.

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Corriere Adriatico

 
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