“Ricostruire il servizio forestale” – .

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L’AQUILA – Interviene sulla situazione dei vivai forestali, di cui abbiamo parlato ieri Ezio Di Cintio, rappresentante della FeRFA, l’associazione che, dopo la riforma Madia che ha abolito il CFS, si batte per il ripristino di un ente forestale nazionale. “Ci sentiamo in dovere di fare alcune precisazioni” spiega Di Cintio, “perché siamo innanzitutto un’associazione che si batte per restituire a questo Paese un Corpo Forestale o comunque un Servizio Forestale che si occupi del settore ambientale e soprattutto della patrimonio forestale, in Regioni come l’Abruzzo che hanno una copertura forestale molto importante”.

Il Pnrr e la riforestazione

“È noto che il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (PNRR) ha messo a disposizione molti soldi per la forestazione urbana, e dovrebbero essere stanziati ben 330.000.000 (trecentotrenta milioni) di euro. Unico obiettivo? La piantumazione di oltre 6 milioni di alberi entro il 2026. Da citare anche l’interessante idea venuta dallo scienziato/scrittore Stefano Mancuso, dal presidente di Slow Food Carlo Petrini e dal vescovo di Rieti Domenico Pompili. Piantare oltre 60 milioni di alberi autoctoni nelle cinture urbane dei maggiori comuni italiani. Un albero per ogni cittadino italiano da piantare nei prossimi anni nei centri abitati soffocati dallo smog, dal traffico e dal rumore. Creare tante piccole foreste urbane nelle aree degradate e nelle restanti aree libere delle nostre città. Il tutto per un’ulteriore superficie forestale di oltre 60.000 ettari. Si tratta, per intenderci, di creare nuove foreste urbane per una superficie equivalente a 100.000 campi da calcio, alla quale ha aderito anche la FeRFA. Il problema nasce dal fatto che l’Italia non ha più a disposizione 60 milioni di piante forestali autoctone e certificate da mettere in casa. Basta non cadere nel trucco di piantare ghiande al posto delle piantine, come è successo ai Carabinieri Forestali”.

“I vivai forestali del Corpo forestale dello Stato – prosegue Di Cintio – sono stati trasferiti anni fa alle Regioni e alle comunità montane. In molti casi la gestione convenzionata è continuata fino all’abolizione della selvicoltura, ma ora quasi tutte sono state chiuse o abbandonate. I pochi vivai italiani funzionanti potranno avere in pochi anni al massimo 5 milioni di piantine forestali autoctone”.

Ma non è l’unico problema secondo Ferfa. “Non solo mancano alberi e vivai forestali, ma con la soppressione del Corpo vengono meno le competenze professionali e le strutture tecniche necessarie per progettare e realizzare questo importante cantiere verde in tutta Italia nonché per gestire al meglio questo futuro patrimonio forestale. anche scomparendo.”

La situazione in Abruzzo

In Abruzzo il CFS ha gestito diversi vivai, Mammarella ma anche quelli di Avezzano e Casoli, Santa Filomena, Acquaviva a Teramo e Feliciti a Isola del Gran Sasso, Roccaraso e il vivaio Congiunti a Collecorvino.

Sul tentativo della Regione Abruzzo di riattivare alcuni vivai regionali, Di Cintio spiega: “Il vivaio forestale Mammarella, dopo l’oculata gestione del Corpo Forestale dello Stato (fallita con la sfortunata soppressione del Corpo voluta da Matteo Renzi), non è menzionato nell’articolo nemmeno dei tecnici che lavorarono con quella gestione, vogliamo ricordare che il rilancio del vivaio non avverrà con le cooperative sociali. Va ricostruito il servizio forestale smantellato e ancora riattivabile, di grande competenza tecnica e radicato su tutto il territorio nazionale. Sebbene l’interazione tra Regione e Università dell’Aquila sia apprezzabile, viene da chiedersi a quale dipartimento universitario si intenda appoggiarsi per promuovere la ricerca e avviare spin-off su tematiche relative al vivaismo forestale. Si tratta di una delle materie di studio comprese nel settore scientifico disciplinare AGR/05 previste nei corsi di laurea (L-25) o magistrale (LM-73) di scienze forestali (talvolta nei corsi di scienze agrarie), che non figura nel offerta formativa dell’Università degli Studi dell’Aquila.”


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Evidenze abruzzesi della forestazione ferfa a L’Aquila


 
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