70 persone non possono tornare a casa – .

Un venerdì sera torni a casa e scopri che devi lasciare il tuo appartamento, in centro, per il rischio crollo. Crolla il muro che collega le cantine di due edifici. È successo a una settantina di persone il 12 aprile scorso, ai numeri 67 e 69 di via Broccaindosso.

Bambine di un anno e ottantenni, ricercatori, pensionati, perfino un ristorante di cucina vietnamita. Ma soprattutto tanti studenti. Tutti buttati fuori, senza sapere se per una settimana o per un mese, con le prime cose che riuscivano a infilare in valigie e borse. Strada chiusa, barriere, burocrazia bianca e rossa fuori dalle porte. E tante domande.

Andrea Bartolini insegna all’università: «Ho una figlia di un anno e mezzo e un gatto – racconta – per ora ci siamo trasferiti a Conselice, dai miei genitori, lavoro su Teams. Ma ottenere le informazioni è stato molto complesso”.

Paolo Beschieri è il figlio degli anziani proprietari di uno degli appartamenti. «La nostra inquilina, studentessa, ha potuto fortunatamente ritornare nella sua abitazione all’Aquila. Presto però dovrai tornare a Bologna per un esame”. Alcuni andarono a vivere con gli amici, altri andarono in albergo. Ginevra Brilli è arrivata da Firenze per mettere in valigia le cose della figlia.

«Finora ha soggiornato in albergo – racconta – sempre a nostre spese. Il proprietario? Non si è offerto di pagarci nulla. Gli abbiamo mandato una lettera dicendogli che avremmo sospeso l’affitto: 750 euro al mese, che per Bologna è anche un buon prezzo». Camilla Rinella, 20 anni, vista la sua incertezza, ha già cambiato casa: suo padre è venuto dalla Puglia per aiutarla a fare le valigie. «Ci ​​hanno cacciato di casa venerdì – spiega – E i tecnici del Comune sono venuti solo lunedì, ok era il fine settimana, ma eravamo in strada. La mia padrona di casa ha minimizzato. Ho fatto decine di chiamate ai servizi sociali, ma non hanno mai risposto. Mio padre ha finalmente scoperto che l’edificio è assicurato, quindi speriamo che ci rimborsino. Non sapevano per quanto tempo saremmo rimasti fuori. Ho anche un pappagallo e molti Airbnb non accettano animali domestici. Alla fine, di fronte a tutte queste incertezze ho deciso di trasferirmi, la nuova casa è molto più stabile e costa la metà. Tuttavia mi è rimasto l’amaro in bocca”.


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Venerdì si sono ritrovati là fuori tutti: inquilini, proprietari, amministratori dei due palazzi civici, vigili del fuoco. E anche gli avvocati, perché a qualcuno tutta la storia a volte sembrava poco chiara. «Sono una persona emotiva e non dormo da una settimana – racconta Leonardo Cassoli, amministratore del civico 69 – È la prima volta che mi succede una cosa del genere. Il rapporto? Tutto è iniziato dall’edificio vicino”.

Per la precisione da una studentessa di 24 anni, che preferisce restare anonima: «Ho visto delle crepe sul muro della cantina – racconta – Allora ho chiamato mio papà, che ha chiamato l’amministratore. Mandò uno dei suoi tecnici, che però era incerto. Così alla fine abbiamo chiamato i vigili del fuoco”. Che venerdì hanno sgomberato l’immobile insieme alla casa adiacente, perché si trattava di un muro di collegamento tra le cantine dei due fabbricati.

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Lunedì il Comune ha inviato un suo tecnico. Successivamente è stata emessa un’ordinanza che obbligava i proprietari a rendere possibili le misure di sicurezza. E arriviamo a ieri, venerdì 19 aprile. “Entro oggi bisognerà procedere allo sgombero delle cantine – spiega l’altro amministratore, Alessandro Michelini – dopodiché l’azienda ha fatto sapere che in giornata potrà montare una trave, in modo da mettere in sicurezza i fabbricati e consentirne il rientro” . Già lunedì si spera che il Comune riesca a stilare un’ordinanza per consentire a tutti il ​​rientro a casa.

Tag: Bologna pericolante palazzi Broccaindosso persone rientro case

 
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