La poesia “LA LUCE DELLA LANTERNA” di Antonella Ariosto è un omaggio alla malinconia delle notti trascorse su un’isola intrisa di ricordi e mistero. La lanterna, qui, non è solo una fonte di luce ma un simbolo luminoso di tempi passati, che risveglia dolci ricordi impregnati dell’aroma di sale e zolfo, elementi evocativi dell’isola di Vulcano. L’autore trasporta il lettore in un tempo indefinito, ma sicuramente unico e magico, dove le lanterne non sono semplici oggetti ma custodi di storie e sentinelle della notte.
L’Ariosto utilizza un linguaggio semplice ma evocativo, capace di suscitare immagini vivide e sensazioni tangibili. La brevità della poesia contrasta con la profondità dei sentimenti che evoca, come se ogni parola fosse scelta con cura per condensare un universo di significati. La notte e la lanterna diventano metafore di un’esperienza più ampia, quasi mitica, che incarna la bellezza dell’immutabile e la trascendenza del momento.
È una poesia che esprime nostalgia, sì, ma anche una celebrazione della bellezza e dell’incanto delle notti trascorse su un’isola selvaggia e selvaggia. In poche righe, l’Ariosto riesce a far sentire al lettore il desiderio di camminare lungo quei sentieri illuminati solo dalle lanterne, per scoprire una magia che appartiene al passato e al cuore del lettore. Con “LA LUCE DELLA LANTERNA” viene svelata non solo l’isola ma anche l’intimo rapporto che lega la nostra memoria ai luoghi che abbiamo amato.
LA LUCE DELLA LANTERNA di Antonella Ariosto
Si tratta del calare della notte
che si è illuminato
la luce della lanterna.
Quei dolci ricordi
dal sapore di sale e zolfo
su quell’isola ancora selvaggia.
Vulcano allora era pieno di lanterne
atmosfere magiche di notti irripetibili.
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