“A Torino i diritti dei disabili sono ancora calpestati” – .

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«Torino è in una pessima situazione sul fronte della disabilità. Il Comune sa di essere indietro, anche se sul fronte delle barriere architettoniche sono stati fatti passi avanti rispetto alle amministrazioni precedenti. Ma il Comune deve ricordarsi che l’accessibilità non è un optional: deve esigerlo, almeno nei progetti gestiti dal Comune stesso”. Dajana Gioffrè è una delle coordinatrici di Disability Pride a Torino che oggi, sabato 20 aprile, giunge alla sua seconda edizione consecutiva. Un corteo che “senza vergogna” vuole portare in primo piano le istanze delle persone disabili e neurodivergenti, “che devono fare i conti con un ambiente meno accessibile”, come spiega Gioffrè.

Appuntamento oggi, 20 aprile, alle 14 nel giardino “Schiapparelli” di Corso 11 Febbraio angolo Lungo Dora Savona, nel quartiere Auroraper chiedere “non solo diritti, ma anche orgoglio e visibilità” per le persone disabili.

È la seconda edizione consecutiva di questo evento, patrocinato dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino, ma anche da UniTo, dal Politecnico e dall’Accademia Albertina di Belle Arti. Quest’anno nessun intoppo per quanto riguarda il patrocinio della Regione, che invece inizialmente non era stato concesso alla prima edizione, scatenando diverse polemiche. «L’anno scorso si pensava che il Disability Pride fosse legato a certi partiti politici, ma non è così – spiega Gioffrè -. È un movimento politico, ma non associato ad alcun partito. Questi malintesi sono stati chiariti».

Flash mob per presentare la prima edizione del Disability Pride (foto di Alberto Giachino)

Sentiero

Dopo la partenza, prevista per le ore 15, il corteo percorrerà Corso 11 Febbraio e girerà a sinistra in Corso Regina Margherita, per poi imboccare Corso San Maurizio dal Rondò Rivella. Una volta arrivati ​​in Lungo Po Cadorna proseguirete verso la destinazione finale di Piazza Vittorio Veneto (al civico 5 con arrivo previsto alle 16:30). Ci sarà un palco lì su cui pedaleranno diversi ospiti, dagli artisti agli influencer alle istituzioni. Ad inaugurare lo spettacolo, uno spettacolo di danza a cura dell’Associazione Concor_Danze con il progetto “Danzando la diversità”.

Perché Torino “è messa male”

Il problema principale che rende la città di Torino “più indietro” rispetto alle altre, secondo Giuffrè, sono le strade. Troppi semafori udibili (“Sono solo il 22% del totale, ma per alcuni sono una salvezza”), poca segnaletica tattile E troppe barriere architettoniche sulle strade. Prima di tutto mezzi condivisi (monopattini e biciclette) senza parcheggi ben delimitati: una comodità che spesso rischia di diventare un ostacolo per chi ha una disabilità motoria. Attenzione: non si tratta di un attacco alla mobilità condivisa in sé. Ma è indicativo di un’attenzione “che non è ancora entrata nella cultura delle persone, che invece dovrebbero rendersi conto che gli spazi cittadini sono dedicati a tutti”.

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ANDREA JOLY

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Anche il il comune di Torino non è escluso da questa discussione. «Ogni nuova opera deve essere accessibile per leggema questo non sempre viene rispettato» spiega Giuffrè. «Non può essere facoltativo, però. Chiediamo al Comune di pretenderlo, almeno per i suoi progetti.” E infine, la richiesta di partecipazione ai gruppi di lavoro “da domani”, insomma «mettersi in gioco e immaginare un piano di lavoro». Anche se i rapporti con l’assessore comunale alla Mobilità Chiara Foglietta e l’assessore alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli sono ottimi.

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