«Affitti in aumento e clienti in calo, torno a fare il fornaio» – .

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VENEZIA – È tornato al lavoro panettiere, professione che era stata la sua professione già dal 1998 al 2005. «Da quando ho abbassato le saracinesche della mia salumeria a Sant’Elena, in viale IV Novembre, l’unica della zona, lavoro nel panificio Colussi a San Luca», conferma Francesco Da Tos su biavarolo di Sant’Elena, un microcosmo nella città di Venezia dove tutti si conoscono e si salutano. E sono tanti gli abitanti di questo angolo verde della città, che si anima soprattutto in occasione delle partite casalinghe del Venezia Calcio, che rimpiangono la scelta di Da Tos. «Ho messo il cuore in questo negozio preso in affitto per 1000 euro 19 anni fa, uno spazio in disuso da 7 anni e che prima ospitava un fruttivendolo – racconta Da Tos, oggi ex titolare di “Pane e Salame” – Appena Firmato il contratto ho iniziato la ristrutturazione completa del locale. Ho realizzato tutta la muratura, il bagno, l’antibagno, lo spogliatoio, la pavimentazione, l’impianto elettrico, ho acquistato i banchi refrigerati per la merce. A parte le fosse settiche, costruite grazie ai fondi della Legge Speciale, ho speso di tasca mia quasi 100mila euro».

Da Tos era convinto che “Pane e Salame” sarebbe stato il suo luogo di lavoro per sempre, fino alla pensione: «Vengo da una famiglia Biavarol, mio ​​nonno aveva aperto la sua prima bottega nel 1925 a San Francesco della Vigna, trasferendosi poi, nel 1931 , in Salizada dei Greci. E proprio in quel negozio cominciammo a lavorare prima mio padre, poi io e mia sorella”.

MENO RESIDENTI
Nel 2005 Francesco Da Tos, dopo un periodo da fornaio, sbarcò a Sant’Elena: «All’epoca il quartiere contava circa 2300 abitanti, oggi sono ridotti a 1750, un calo che ha comportato un forte calo degli incassi giornalieri, un problema reso più grave dal parallelo aumento del canone ad ogni scadenza del contratto. Dai 1000 euro del 2005, nel 2023 sono arrivato a pagare 2200 euro al mese, una spesa insostenibile. Da qui la decisione di chiudere e tornare a fare il panettiere. Anche le mie due dipendenti Manuela Baldan e Lorena Arnavas hanno trovato un altro lavoro.”
Con la chiusura di “Pane e Salame” a Sant’Elena sono rimasti solo un piccolo negozio di alimentari, un fruttivendolo e una macelleria: «I negozi di quartiere stanno pian piano scomparendo ed è un peccato perché ai residenti manca non solo un luogo fisico dove fare la spesa quotidiana ma anche il rapporto, basato sulla fiducia reciproca, con i piccoli commercianti. La mia attività era conosciuta e apprezzata da tutti, portavo personalmente anche la spesa a casa a chi quel giorno stava male o a persone anziane che mi chiedevano questo piacere, non mi sono mai tirata indietro”.

LA CANCELLAZIONE
La decisione di chiudere non è stata presa né a cuor leggero né d’impulso, Da Tos ci ha pensato bene: «Avevo già dato la disdetta a ottobre, a gennaio è venuto a mancare il proprietario dell’immobile, poi gli eredi hanno cercato di venirmi incontro proponendomi di ridurre il affitto a 1800 euro al mese, almeno fino al prossimo dicembre, ma ormai avevo capito che il gioco non valeva più la candela, la città si sta spopolando e i turisti vengono a Sant’Elena per una pausa relax solo d’estate. Troppo piccolo”.
Come da contratto, Da Tos ha dovuto lasciare all’interno del negozio i banchi refrigerati e tutti i mobili che aveva acquistato per la sua attività: «Al momento il negozio è chiuso e, per quanto ne so, non ci sono pretendenti, abbiamo bisogno passione e coraggio di decidere di investire in questa zona di Venezia.”

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Il Gazzettino

 
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