“Gli spezzini pagano il degrado dell’arsenale anche in caso di alluvioni” – .

“Chi non ha memoria non ha futuro, anche se qualcuno in città lo vede azzurro. Forse daltonismo. Forse opportunismo. Quindi è bene ricordare alcuni fatti”. Così esordisce l’associazione Murati vivi di Marola nella nota stampa con cui commenta gli allagamenti e i disagi subiti ieri dalla popolazione della costa occidentale del Golfo, quando la strada provinciale 530 Napoleonica è stata chiusa per ore, costringendo il Comune di La Lo Spezia chiederà alla Marina Militare di consentire il passaggio delle auto nell’arsenale.

“11 aprile 2017. C’è tempo per ironizzare a Marola, in un paese senza mare, dove quei pochi posti barca tramandati da generazioni di marinai sono messi a rischio dalla montagna che ne trasporta i detriti in mare. Deposito alluvionale depositato alla foce del torrente Caporacca, alla foce di San Vito, nell’enclave civile dove sorge il porticciolo di Marola. Inevitabilmente, con il passare del tempo e la totale incuria della Marina Militare, i detriti si depositerebbero, diminuendo la portata delle acque del torrente.

16 settembre 2021. Scende la pioggia – continuano i Murati vivi – e qui nella zona di Marola non c’è scampo dagli allagamenti. L’acqua occupa metà della carreggiata. Una situazione decisamente peggiore, ma che da qualche settimana non dà tregua. Il principale “sotto inchiesta” sarebbe il canale Bacelle, che termina, sprofondando nelle viscere della terra, nelle conche di San Vito, incrociando nel suo bellissimo tombino la strada napoleonica. È facile, una volta bloccata la via d’uscita, che il tombino vada in pressione e l’acqua fuoriesca dall’unica via possibile: la carreggiata. E chi dovrebbe impedire che i detriti trasportati dal torrente intasino lo scarico?”.

“Mentre pensi alla risposta arriviamo a oggi. Questa volta la situazione era molto più grave. La Napoleonica invasa dall’acqua, che non scola. Tutto è prevedibile, tranne chi non vuole vedere. Un remake in grande stile di un film già visto, perché già accaduto. Questo è il risultato di chi pensa che l’arsenale sia un’enclave a sé stante, senza implicazioni sul territorio.
Come ha detto il direttore dell’arsenale, ammiraglio Scorsone? Il futuro della base è blu? Oggi aggiungiamo un altro colore all’arcobaleno: il marrone come il fango che non scola perché nessuno tiene puliti gli scarichi. Vale la pena ricordare che anche se la base beneficerà di 354 milioni di euro, neanche un centesimo sarà destinato alla bonifica e alla prevenzione idrogeologica. Ciononostante – continuano da Marola – ringraziamo l’amministrazione militare per la magnanimità dimostrata nell’aver tempestivamente reso disponibile il percorso alternativo all’interno dell’arsenale. Dopo tre ore di coda, coloro che si sono trovati bloccati dall’acqua che non riusciva a defluire nelle bocche all’interno dell’area militare hanno potuto ammirare la strategicità della base della Spezia, sottolineata dallo stato di abbandono, degrado e incuria in l’arsenale in cui è immerso un pezzo di storia della città. Accessibile solo in caso di temporali.
Sono necessarie nuove strade? È necessario spendere ulteriori soldi pubblici per avere quello che c’è già e che non vogliamo rendere utilizzabile per i conti dei negozi? Ancora una volta emerge la nocività delle Basi Blu, così come sono state concepite, ingessando una realtà che andrebbe riorganizzata e resa più efficiente, aprendo la strada, va detto, ad una nuova città, ad un’efficientamento dei costi della Marina Militare. Ma come si suol dire, non c’è sordo peggiore di chi non vuole ascoltare”, concludono i Murati vivi.

 
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