Tartufo, lenticchie e taverne, tutti i sapori dei parchi dell’Umbria – .

Tartufo, lenticchie e taverne, tutti i sapori dei parchi dell’Umbria – .
Descriptive text here

A Castelluccio di Norcia Si avvicina uno dei momenti più attesi dell’anno, quello della fioritura. A fine maggio l’altopiano si colora dei fiori delle lenticchie locali, che si mescolano ad una ricchissima varietà di erbe spontanee come narciso, peonia, tulipano montano, asfodelo, orchidea selvatica, senape, camomilla, papaveri e fiordalisi. Uno spettacolo per gli occhi a cui segue quello in tavola per chi passa da queste parti. Perché nella cornice del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che in Umbria fa rima con Norcia e Cascia, si trovano prodotti tipici per ogni stagione e gusto. Queste sono solo alcune delle coordinate che conducono al viaggio di “Parchi dell’Umbria: le otto meraviglie della natura”, nuovo volume delle Guide di Repubblica diretta da Giuseppe Cerasa.

La Guida, creata in collaborazione con la Regione Umbria, la Rete Natura 2000 e Life Imagine, attraversa la regione descrivendo le sue aree verdi, i suoi fiumi, i suoi laghi e le imperdibili attrazioni nascoste tra boschi e valli. E poi i borghi, lo sport, le feste di strada, i sentieri, le piste ciclabili, i protagonisti e l’artigianato. Il tutto accompagnato da centinaia di consigli su dove mangiare, dormire e acquistare prodotti locali. Per acquistare le lenticchie di Castelluccio di Norcia, ad esempio, ecco il Cooperativa agricola con sede in via Bufera 17, i cui produttori coltivano fiore all’occhiello della gastronomia locale insieme ad altre varietà di legumi e cereali, tra cui farro, roveja, cicerchia e orzo, seguendo rigorosamente il metodo di coltivazione biologica. La fioritura diventa anche occasione per la produzione del miele Il tesoro dei Sibillini. Nella città di San Benedetto è impossibile non fermarsi tra le botteghe che propongono un altro fiore all’occhiello dei sapori locali: la norcineria. E poi sono da notare Brancaleone da Norcia, Ansuini E Maiale selvatico di Norcia. Ancora il tartufo, con quello nero pregiato che spicca nell’offerta di negozi come Diosi E Moscatelli.

Da un altopiano all’altro, ecco Colfiorito, il cui Parco Regionale è impreziosito da una palude che trasporta in un mondo popolato dalle ninfee bianche e dal canto sfaccettato degli uccelli. Qui si coltivano anche delle lenticchie speciali, così come l’altra grande protagonista: la patata rossa. Forma ovale e allungata, si distingue per il colore della buccia e la polpa consistente di colore giallo chiaro. Insuperabile nella preparazione degli gnocchi – che qui si mangiano con sugo di castrato -, è ottimo anche arrosto, fritto, bollito e abbinato agli impasti di pane e focacce. Irresistibili anche le frittelle dolci, squisita attrazione della Mostra Mercato della Patata Rossa che si tiene a Colfiorito nel mese di agosto. In via Plestia, all’ingresso del centro cittadino, non è raro imbattersi nel furgone rosso di Dino Pagliarini, che a 84 anni continua a proporre le eccellenze del territorio.

Da Colfiorito ci muoviamo verso le bellezze di Foligno, e verso i fiori che colorano Spello, fino a raggiungere Assisi, in un itinerario che ci catapulta alle pendici del Monte Subasio. Tra i ricordi di San Francesco (imperdibile la visita all’Eremo delle Carceri, l’eremo dove il Poverello si ritirava a pregare). Nella vicina Cannara eccelle a tavola il rinomato cipolla, la cui coltivazione risale al XVI secolo. Se ne coltivano tre tipologie: il rosso, il dorato e il piatto, tutti accomunati dalla stessa dolcezza, morbidezza e digeribilità. Il terreno, il macroclima e l’abbondanza di acqua ne hanno fatto la coltura locale per eccellenza. Il Consorzio della Cipolla di Cannara opera per la sua promozione dal 2003. Dal 1981 il paese ospita la Sagra della Cipolla a metà settembre. Per gustarlo in piatti originali qui PerbaccoIl ristorante di Ernesto Parziani.

Rotta verso il capoluogo, Perugia, e poi sulle sponde del Lago Trasimeno. Le campagne e le colline che circondano lo specchio d’acqua sono terreno fertile per specialità come fagiolo verde. Un seme piccolo come un chicco di riso, è un chicco dalla forma ovale e minuscola di vari colori: dal crema al nero, al salmone e tutte le sfumature del marrone, anche screziato. Lo trovate nei menù dei ristoranti che impreziosiscono questo angolo della regione; al Molo di Passignano sul Trasimeno, ad esempio, accompagna la “salsiccia di lago”.

Se si sale verso Gubbio si arriva al Parco Regionale del Monte Cucco; Tra i comuni della zona c’è Costacciaro, dove ogni anno, il 17 e 18 agosto, si svolge la tradizionale Sagra dei Bigoli e dei prodotti del Parco del Monte Cucco, organizzata dalla locale Pro Loco. IL bigoli sono una tipica pasta lunga, simile a un grosso spaghetto, fatta con farina e acqua che viene condita con salsa di pomodoro e ricotta. Andando verso sud, invece, si percorrono i grandi corsi d’acqua della regione. A partire dal Tevere, il cui Parco Regionale trova uno dei suoi baricentri nel meraviglioso Lago di Corbara. A metà strada tra Todi e Orvieto, il lago artificiale venne creato agli inizi degli anni sessanta con lo sbarramento del fiume in corrispondenza delle spettacolari Gole del Forello. L’invaso è inserito in un contesto naturalistico di rara bellezza. Vicino allo specchio d’acqua c’è il segno di Casa Vissani, il cui 2024 è segnato da una grande novità: la creatività dell’offerta gourmet firmata dallo chef Gianfranco Vissani è infatti accompagnata da un omaggio al passato, un progetto di Luca Vissani: il Ristorante TerritOri. Una cucina locale immediata e gustosa, con l’obiettivo di aprirsi ad un pubblico ancora più ampio. L’indirizzo da segnalare è anche quello di Ristorante Trippiniche quest’anno raggiunge il traguardo dei 60 anni di attività.

Non meno affascinante è il Parco Fluviale del Nera, che trova il suo culmine nella Cascata delle Marmore. Immancabile una visita al vicino Casteldilago, castello a 326 metri sul livello del mare e di origine medievale; ecco la tappa golosaOsteria dello Sportello.

Ultima tappa è il sistema territoriale di interesse naturalistico e ambientale del Monte Peglia e della Selva di Meana, che si estende tra Allerona, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montegabbione, Orvieto, Parrano e San Venanzo. L’area comprende il parco vulcanologico di San Venanzo, la foresta dell’Elmo-Melonta e la Selva di Meana. In quest’area, nei comuni di San Venanzo, Orvieto, Parrano e Ficulle, è stata più recentemente istituita la Riserva Mondiale della Biosfera UNESCO del Monte Peglia. Tra le caratteristiche tipiche del territorio, il Fagiolo Secondi di Piano di Orvieto; seminato all’inizio dell’estate dopo la raccolta del grano, è un fagiolo di seconda semina, nel cosiddetto Piano di Orvieto. Il seme è bianco, di dimensione medio-piccola. Per un relax a base di prodotti tipici, l’indirizzo è Fattoria Aquilone, a San Venanzo, un’attività che si sviluppa attorno ad un castello medievale situato in un borgo del 1200. La Guida di Repubblica “Parchi dell’Umbria: le otto meraviglie della natura” sarà disponibile in edicola (12,00 euro più il prezzo del quotidiano) e online dal 22 aprile e subito dopo nelle librerie e online su Amazon e Ibs.

v

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Sanità, in Toscana arriva lo psicologo di base per prevenire i disagi – www.controradio.it – .
NEXT Competizione internazionale di robotica, l’Università di Palermo per la prima volta in Francia per Eurobot 2024 – BlogSicilia – .