Tram a Palermo, il futuro del terminal Notarbartolo, spariscono le barriere, ponte sulla stazione a binario unico – BlogSicilia – .

IL Terminale Notarbartolo del sistema tranviario di Palermo subirà importanti cambiamenti. La struttura, attualmente capolinea delle linee 2,3 e 4, sarà in futuro interessata dal cantiere per la realizzazione della tratta B. Snodo tranviario che collegherà Piazza Boiardo al Stazione Giachery. Un grande passo in avanti per la mobilità sostenibile della città, ma che comporterà sacrifici in termini di traffico. Sicuramente la linea tramviaria senza barriere farà risparmiare spazio sulla strada, così da lasciare almeno un percorso a due corsie per i veicoli privati. Ma è proprio il nodo ferroviario di via Notarbartolo a preoccupare, soprattutto in corrispondenza della ponte che attraversa il passante ferroviario. Un’area solitamente ad alto impatto dal punto di vista del traffico a causa delle ridotte dimensioni della carreggiata. Un dato su cui il Comune di Palermo sta pensando di intervenire.

Lagalla: “Stiamo pensando a binario unico sul ponte Notarbartolo”

Lo ha annunciato l’ il sindaco Roberto Lagalla, a margine della conferenza stampa sul finanziamento e sull’avvio dei lavori per il raddoppio del ponte di Corleone. Nel corso del Consiglio Comunale di fine marzo sul bilancio di previsione del 24-26, il sindaco ha annunciato un confronto con la Regione Siciliana in merito all’utilizzo del Fondo Sviluppo e Coesione (in sigla FSC) per realizzare un raddoppio del ponte di collegamento piazza Boiardo a via Umberto Giordano. Un’ipotesi che potrebbe essere supportata proprio dallo sblocco delle risorse garantite dalla variazione del finanziamento per il raddoppio del ponte di Corleone, oggi interamente pagato con i fondi regionali del POC.

Un’alternativa che però si è rivelata impraticabile, come ha spiegato il sindaco Roberto Lagalla in conferenza stampa. “L’utilizzo dei fondi FSC per realizzare il raddoppio era sconsigliato perché, innanzitutto, avremmo dovuto consultare RFI perché l’opera avrebbe impattato sulla sottostante stazione di Notarbartolo. E in secondo luogo perché stiamo pensando ad un restyling del tratto ferroviario sul ponte, in modo da renderlo monorotaia e con un unico muro perimetrale“. Un fatto che, nelle speranze del sindaco, consentirebbe di allagare nuovamente il manto stradale del ponte, garantendo così almeno la doppia corsia.

Fase due del sistema tramviario, a partire da settembre

Il cuore pulsante del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (abbreviato PUMS) si avvia infatti verso l’avvio dei lavori che, come dichiarato dall’assessore Maurizio Carta ai microfoni di BlogSicilia, dovrebbero avvenire entro Settembre 2024. In città sono iniziate le prime verifiche preparatorie sui servizi sotterranei, nonché le prime procedure di esproprio dei beni che rischiano di ostacolare futuri scavi. Per prima partirà la linea C, tratta che collegherà l’attuale linea 4 con la Stazione Centrale. Scavi che però inizieranno nei pressi del Bivio Basile, il vero nodo centrale dell’opera. A chiudere il cerchio, ad oggi, sarà il seconda parte della linea A. Quella più contestata, cioè quella che dovrebbe transitare su via Roma e nella parte centrale di via Libertà.

Il tram e i problemi con il bilancio di Amat

Una maxi-opera fortemente voluta dall’ex sindaco Leoluca Orlando e dall’ex assessore Giusto Catania, sostenuta anche dall’attuale amministrazione comunale di Roberto Lagalla, non senza alcune modifiche alle priorità del sistema tranviario. Maurizio Carta, attuale assessore alla Mobilità Sostenibile, è strettamente coinvolto nel progetto. Ad oggi il sistema tranviario palermitano è composto da quattro linee (1,2,3 e 4), tutte gestite da Amat. Ma per l’azienda di via Roccazzo al momento non si è trattato di un “buon affare”. I dati del bilancio 2022 parlano chiaro. Il documento contabile si è chiuso con un pesante disavanzo di 21 milioni di euro. Di questi, sei derivano dalle perdite strutturali del tram.

Ulteriori risorse dovranno arrivare dal Comune

L’auspicio è che con la realizzazione del progetto il sistema tranviario possa generare l’audience prevista di 20 milioni di utenti all’anno che la precedente Amministrazione Comunale prevedeva. Un dato che renderebbe l’opera, attualmente incompleta, il principale polmone del trasporto pubblico locale insieme all’anello e al passante ferroviario. Oggi, però, resta il fatto. Amat ha bisogno di risorse aggiuntive per sostenere il tram. Al momento, infatti, la gestione degli abbonamenti Ztl non è sufficiente a coprire i costi. Anzi, ha addirittura generato una perdita inaspettata di 3,4 milioni di euro a causa del mancato versamento dell’Iva sugli abbonamenti. Uno spargimento di sangue sul quale il presidente Mistretta ha annunciato martedì a Roma che chiederà un’integrazione al Comune di Palermo, probabilmente nell’ambito del contratto di servizio.

Le prestazioni attuali del sistema tramviario

Ma quali sono le prestazioni del sistema tranviario oggi? Sono stati forniti da Giuseppe Mistretta. Il presidente dell’Amat è infatti intervenuto qualche giorno, insieme a Marco Ciralli, nel programma di Tv 2000 “Sono Noi”, attraverso un collegamento realizzato dall’emittente Notarbartolo. “Ogni giorno circa 7.500 utenti utilizzano il tram – ha sottolineato il rappresentante di Amat -. L’obiettivo è eliminare le automobili dalla circolazione, avviando un processo di mobilità urbana sostenibile. Il sistema tramviario costituirà il 75% di questo progetto”. Quanto ai costi dell’opera, Mistretta sottolinea che «ci sono voluti 320 milioni di euro, più 50 per l’acquisto dei mezzi. Una volta completata, l’opera dovrebbe costare circa 1 miliardo, diventando una delle infrastrutture tranviarie più grandi d’Italia”.

“Le prime cinque linee pronte entro il 2028”

L’altro grosso problema riguardava la tempistica della prima tranche di linee. Come è noto, la città di Palermo non brilla certo nell’esecuzione di opere pubbliche. A fornire dati in tal senso è stato l’ingegner Marco Ciralli che, ai microfoni della tv romana e all’attenzione dei presenti, ha dichiarato: “Puntiamo a costruire dieci nuove linee di tram. I primi lavori dovrebbero iniziare dopo l’estate. L’obiettivo è completare le prime cinque linee entro quattro anni“. Cioè, secondo le tempistiche fornite in precedenza, entro settembre 2028.

Il nuovo assetto dei lavori sul sistema tranviario

Il riferimento è alle prime cinque linee da realizzare nella fase due, come previsto nell’addendum al PUMS. Il nuovo assetto dei lavori tranviari tiene conto delle risorse economiche attualmente disponibili e delle modifiche apportate negli ultimi due anni dal sindaco Roberto Lagalla e dall’assessore Maurizio Carta. L’ultima grande modifica ha interessato la linea A. Originariamente i lavori dovevano essere realizzati tutti insieme, estendendosi dalla Stazione Centrale verso lo stadio Renzo Barbera per un percorso di 11 chilometri. Ma già nell’era Orlando ci furono una serie infinita di polemiche. In particolare, venivano contestati i passaggi del tratto tranviario su via Roma e sul tratto più centrale di via Libertà. L’opposizione di allora, oggi maggioranza a Lagalla, aveva addirittura votato per escludere la linea A dal Piano triennale delle opere pubbliche, per poi riammetterla l’anno successivo.

Cambiamenti nell’era Lagalla

Ma le polemiche non si placarono, riesplodendo anche in epoca Lagalla. Anche il sindaco, in più di un’occasione, ha parlato di “ulteriori ragionamenti” da fare sulla linea A, prevedendo una possibile integrazione del trasporto pubblico locale con l’utilizzo degli autobus elettrici, il cui acquisto è compreso nell’ultimo piano triennale. piano delle opere pubbliche votato in Consiglio Comunale. E anche le ultime delibere che hanno interessato il sistema tranviario sembrano andare in questa direzione. Nel giugno 2023 il Consiglio ha votato per invertire le priorità sulle linee A, B e C, relegando la linea A all’ultimo posto. Tuttavia, con l’addendum al PUMS adottato pochi giorni fa, la linea A è stata suddivisa in due sezioni.

Le priorità della fase 1

Nella prima fase dei lavori sulle nuove linee della tramvia sono stati esclusi i passaggi su via Roma e la parte centrale di via Libertà. La linea A venne così limitata al tratto che va da piazza Alberigo Gentili a via Croce Rossa. Una “rivoluzione” nell’ordine dei lavori svolto dopo aver consultato il Ministero dei Trasporti e sulla base delle attuali risorse disponibili. La linea C avrà la precedenza, come previsto. Quello più avanzato in termini di design e i cui lavori inizieranno a settembre 2024.

Poi sarà la volta della linea B, cioè quella che collegherà la stazione Notarbartolo alla stazione Giachery. A quel punto sarà la volta della restante parte della linea A, seguita a ruota dalla linea E1 (Stadio-Francia) e da Linea F (Stazione Centrale – Stazione Giachery). Operazione quest’ultima fatta trapelare nelle scorse settimane dalla Seconda Commissione del Comune e giustificata con la necessità di chiudere l’anello tramviario.

Su via Roma e via Libertà c’è ancora speranza

È tutto finito per il tram di via Roma e il resto di via Libertà? All’inizio potrebbe sembrare così. In realtà al momento la questione sembra essere stata solo rinviata. Il restante tratto della linea A è infatti ancora presente. La fase due, infatti, comprende i lavori di linea E2, che garantirà un collegamento diretto tra la Stazione Centrale e il borgo marinaro di Mondello; interventi su Linea D, anche se su quest’ultima sezione, si legge nell’addendum al PUMS, sono presenti “importanti vincoli ambientali con la necessità di sottoporre il progetto a Valutazione di Impatto Ambientale”; i lavori su Linea Gche a sua volta collegherà il borgo marinaro di Sferracavallo ed infine, in ultimo, l’ultima parte della linea Aquello che dalla Stazione Centrale dovrebbe collegare Piazza Alberigo Gentili attraverso un passaggio su Via Roma e Via Libertà.

I problemi da risolvere per il sistema tranviario

Comunque vada, gli interventi relativi al tratto più discusso della linea A verranno probabilmente rinviati al prossimo consiglio comunale. Ma prima di allora bisognerà affrontare anche un’altra questione, ovvero quella legata all’affidamento della gara per i parcheggi di interscambio, già fallita una volta e strettamente legata all’organicità del sistema tranviario. A questo si aggiungono alcuni problemi burocratici. Come si legge, infatti, nell’addendum al PUMS, “il parcheggio del Foro Italico necessita di una variante ai relativi strumenti urbanistici (di competenza dell’Autorità di sistema portuale) e, pertanto, è fondamentale che con tali opere venga avviata la percorso previsto dal Provvedimento di Autorizzazione Unica Regionale (PAUR), con i relativi tempi di legge”. Si inizierà in autunno con la linea C, in particolare sugli scavi da realizzare sopra la “barriera architettonica” rappresentata da viale Regione Siciliana.

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