Latina, senza passi avanti, dov’è la credibilità del progetto? – .

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del football.

Non è la sconfitta né la dimensione del punteggio ma piuttosto la prestazione del Latina a Benevento a far pensare alla preoccupazione in vista dell’ultima partita di campionato, sabato prossimo, al Francioni contro il Taranto.

In Campania è scesa in campo una Latina in emergenza e si è visto. Si è vista però una squadra confusa, addirittura indifesa e involuta nel secondo tempo. È come se la bella vittoria sul Foggia avesse svuotato i nerazzurri di ogni motivazione, da allora tre sconfitte che hanno messo a repentaglio l’obiettivo del settimo posto, diventato ormai un traguardo che dipende dal risultato di Francioni ma è anche fortemente condizionato dagli esiti di gli impegni di Crotone e Giugliano.

A Benevento si è potuto fare poco, neanche tanto è stato fatto. L’impressione è che al di là dell’emergenza, il campionato oggi chieda il pagamento dell’impegno per i tanti (troppi?) rischi presi fino adesso dall’allenatore Fontana. Quando i rischi si perpetuano nel tempo diventano sfide e le sfide si vincono o si perdono, non esistono mezze misure. Fontana in questo momento li sta perdendo, vincere sabato contro il Taranto potrebbe ribaltare l’esito della sua avventura sulla panchina pontina. Riccardi dà l’impressione di attraversare una fase di rifiuto del suo nuovo ruolo di centrocampista, i quarti acquistati per fare i quinti (vedi Ercolano, Crecco) continuano a non garantire continuità di rendimento, i trequartisti pagano il periodo trascorso da esterno, chi da seconda punta, chi da centrocampista. Troppi uomini fuori ruolo perché la squadra possa avere un solido spessore tattico, al di là del contingente stato di emergenza.

Uno stato precario reso perdente dai continui errori individuali che mettono in discussione soprattutto la difesa, ormai perduta: Marino e Guadagno al secondo gol, De Santis il terzo, Vona sul rigore del poker, diretta conseguenza dell’approccio bottom-up.

Ha ragione chi sottolinea che l’importante è arrivare ai play-off, a prescindere dal posizionamento in classifica. Una verità che diventa molto parziale se vista nell’ottica dell’obiettivo prefissato dalla società: migliorare la classifica dello scorso anno. Che differenza vuoi che faccia una posizione? Lo fa e come lo fa. Il tifoso può anche rinunciare a sognare e decidere di abbracciare la politica dei piccoli passi seguita dalla società, ma i passi, anche se brevi, vanno fatti avanti e non indietro, altrimenti dov’è la credibilità del progetto?

Tag: Latina 7u7 passi 7u7 #credibilità progetto 7u7

 
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