La Sardegna nello spazio. È stato depositato un brevetto internazionale – .

L’Università di Sassari, il Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori della Sardegna (CRS4), il Distretto Aerospaziale della Sardegna (DASS), l’Università di Cagliari e la società Tolo Green hanno presentato domanda di autorizzazione brevetto internazionale innovativo che contribuirà, grazie alle potenzialità dell’alga spirulina, ad ampliare il campo delle ricerche nel campo dell’astrobiologia, fino a immaginare un futuro in cui l’uomo possa arrivare su Marte. Questo è lo scenario che si prevede nell’ambito del contributo che la Sardegna potrà fornire all’esplorazione spaziale.

A tre anni dall’iter brevettativo in Italia, è arrivata la decisione di entrare in campo internazionale, depositando la domanda Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone e India.

La spirulina prospera in assenza di gravità e ossigeno
Grazie ad un lungo e paziente lavoro di squadra che ha coinvolto ricercatori e dottorandi delle università e degli istituti di ricerca coinvolti, è stato possibile sviluppare un terreno fertile per la coltivazione dell’alga spirulina, il nuovo “oro verde”, che cresce in condizioni di vita extraterrestri. A gravità quasi zero, ottenuta tramite uno speciale strumento chiamato clinostato attrezzato per simulare l’atmosfera marziana, le alghe prosperano come dimostrato dagli esperimenti condotti nel laboratorio della professoressa Antonella Pantaleo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari. Dal 2006 il CRS4 e l’Università di Cagliari, così come altri membri del DASS, stanno sviluppando, sotto la guida del professor Giacomo Cao, importanti ricerche sulle microalghe che potrebbero consentire agli astronauti di sopravvivere sul pianeta rosso. L’alga Spirulina, infatti, in ambiente extraterrestre può assolvere al duplice scopo di nutrire gli astronauti e generare ossigeno, sfruttando l’atmosfera marziana satura di CO2.

Il brevetto
Oggetto del brevetto è un kit composto da un clinostato e una camera con atmosfera a CO2, che può riprodurre condizioni extraterrestri come quelle su Marte. Lo scopo di questo strumento è quello di consentire la crescita di microalghe in assenza di gravità, nonché di valutare il comportamento di cellule umane, vegetali e animali in tali condizioni, anche in un’atmosfera marziana simulata. L’innovazione consentirebbe di limitare il materiale da trasportare nel viaggio Terra-Marte utilizzando elementi disponibili localmente come la CO2 atmosfera, il suolo marziano e l’urina degli astronauti per il sostentamento delle missioni umane sul pianeta rosso. Utilizzando queste risorse, infatti, sarebbe possibile coltivare su Marte alghe utili sia per la produzione di ossigeno che per il sostentamento alimentare degli astronauti.

Giacomo Cao, amministratore unico del CRS4 e presidente del DASS: “Il deposito della domanda di brevetto a livello internazionale – afferma Giacomo Cao – dimostra ancora una volta il ruolo importante e significativo che la Sardegna può svolgere nel settore aerospaziale attraverso un prezioso lavoro di squadra che coinvolge istituzioni scientifiche e imprese”. Cao conclude: “In particolare, la domanda di brevetto si riferisce ad una tecnologia che permette di simulare sulla Terra le condizioni ambientali che si possono riscontrare su diversi corpi celesti con particolare riferimento alla Luna e a Marte, consentendone così uno sviluppo a costi sopportabili. di nuovi processi che si inseriscono pienamente nel tema dell’esplorazione spaziale, molto rilevante dal punto di vista finanziario ed economico”.

Gavino Mariotti, rettore dell’Università di Sassari: “Il brevetto internazionale rappresenta il coronamento di una lunga attività di ricerca che ha avuto un teatro privilegiato nel Dipartimento di Scienze Biomediche. Siamo orgogliosi di poter contribuire con le nostre competenze scientifiche alla crescita del territorio. Mi sembra ancora giusto, a otto anni dalla sua scomparsa, ricordare il professor Proto Pippia che operò per le ricerche di astrobiologia nel nostro Ateneo”.

Francesco Mola, rettore dell’Università di Cagliari: “È motivo di soddisfazione per il nostro Ateneo aver contribuito alla realizzazione di un progetto di respiro internazionale. Far parte di una squadra composta da aziende leader del settore high tech e istituzioni pubbliche e private conferma l’importanza di competenze trasversali che possono effettivamente rappresentare un volano per la crescita del nostro territorio”.

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