Innocenti dietro le sbarre, risarcimenti record nel 2023 in Sicilia: 6,6 milioni – .

Innocenti dietro le sbarre, risarcimenti record nel 2023 in Sicilia: 6,6 milioni – .
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Innocenti dietro le sbarreNumeri da brivido da Nord a Sud. Equivale a Il risarcimento complessivo corrisposto in Sicilia nel 2023 è di 6,6 milioni di euro Per detenzione ingiustacon un importo medio pagato pari a 48.782 euro. Lo scorso anno hanno riscosso i quattro distretti giudiziari della nostra Isola 243 richieste: ne sono state definite 209, di cui 126 accettate, 6 dichiarate inammissibili e 77 respinte. L’ultimo Rapporto del Parlamento sulla detenzione ingiusta fornisce le dimensioni di quella che ormai appare più come un’emergenza che come un fenomeno, il risultato di un sistema giudiziario che spesso fallisce in modo spettacolare, provocando danni irreparabili per quei cittadini che, loro malgrado, finiscono nel tritacarne mediatico e si ritrovano privati ​​della libertà per crimini mai commessi.

Oltre un risarcimento su cinque riguarda la Sicilia

Nel 2023 le corti d’appello italiane hanno hanno emesso complessivamente 619 ordini di pagamento, di cui il 21,1% ha riguardato la Sicilia. Se poi guardiamo agli ultimi sei anni (2018-2023), le cifre sui risarcimenti corrisposti ai cittadini siciliani vittime della mala giustizia sono da capogiro: 38,4 milioni versati a titolo di risarcimento “per l’illegittimità dell’ordinanza cautelare”, con la circoscrizione giudiziaria Palermo è al primo posto per importo erogato (19,6 milioni), seguita da quella di Catania (12,5 milioni); Messina (4,3 milioni) e Caltanissetta (1,9 milioni).

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Al Nord la giustizia fallisce più raramente

Al Nord la giustizia fallisce più raramente. Numeri molto più piccoli, infatti, li troviamo ad esempio in Lombardia dove nel 2023 sono arrivate le richieste presentate ai due Le Corti d’appello di Milano e di Brescia erano complessivamente 94. Di queste, 29 sono state accolte, 37 respinte e 4 dichiarate inammissibili. Il risarcimento corrisposto ammonta a “appena” un milione di euro. Il dato rimane più modesto anche se lo proiettiamo nell’intervallo 2018-2023: quasi sei milioni di euroEsattamente quanto in Sicilia è stato erogato in un solo anno.

La situazione nel resto d’Italia

Dal Dalla Lombardia alla Campaniala situazione cambia e diventa molto più simile a quella della Sicilia: tra il 2018 e il 2023 le Corti d’Appello di Napoli e Salerno hanno organizzato complessivamente risarcimento per 19 milioni, di cui 1,7 milioni solo lo scorso anno. Anche la regione Lazio Ha numeri importanti ma non eguagliano quelli della Sicilia. Il compenso pagato da Corte d’Appello di Roma dal 2018 al 2023 ammontano a 18,5 milioni (di cui 2,6 milioni nel solo 2023 a fronte di 53 ordini di pagamento emessi). Lo scorso anno sono state presentate 129 domande. Di queste, sono state definite 106 procedure (49 accettate, 51 respinte e 6 dichiarate inammissibili).

Corrispondenza diretta con gli errori dei magistrati

La relazione pone giustamente l’accento sull’errore che spesso si commette quando si stabilisce una corrispondenza diretta, quasi automatico, tra detenzione ingiusta ed errore del magistrato. “Va poi sottolineato – si legge nel documento – che, secondo costante giurisprudenza di legittimità, la diritto alla riparazione è anche configurabile se lo è stato ha sporto denuncia, successivamente soggetto a remissioneo in relazione a reati per i quali sia successivamente dichiarata la prescrizione per il decorso del tempo, o anche nel caso in cui l’ingiustizia della detenzione sia legata alla riqualificazione del fatto nel merito, con relativa declassificazione della delitto contestato nell’episodio cautelare in un’altra meno grave, i cui limiti sanzionatori previsti dalla legge non avrebbero consentito l’applicazione della misura detentiva”.

Procedimenti disciplinari contro giudici: assolti 88,7%.

Fatta questa precisazione non possiamo non notare che guardando il procedimento disciplinare nei confronti dei giudici negli anni 2017-2022, inL’88,7% dei casi si è concluso con esito positivo (assoluzione e non luogo a procedere), mentre si è avuto esito negativo solo nel restante 11,3% dei casi (censura, ammonimento e trasferimento). Giudici quasi sempre “assolti”, quindi. A questo punto la domanda è legittima: può una compensazione economica, qualunque sia la sua entità, cancellare l’ingiustizia subita?

 
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