foto di bambini per strada, un monito ai genitori. “Basta esporli sui social media” – .

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Bologna, 24 aprile 2024 – Circa sessanta Di foto di bambini che sorridono al mare, su una panchina con gli amici, in bicicletta, al parco mentre giocano, dislocati nei luoghi di maggior afflusso di Bologna: la stazione ferroviaria, la Torre degli Asinelli, via Rizzoli, la Montagnola, Palazzo Albergati, la finestrella sul canale Moline in via Piella, le facoltà universitarie, la sede della Croce Rossa.

Chiunque li vede resta stupitoincuriosito, a volte irritato: basta girare la cornice e leggere “Metteresti tuo figlio per strada?” e inquadrare il codice QR per capire. A partire dal fatto che le immagini dei ragazzi e delle ragazze non sono reali, ma frutto dell’intelligenza artificiale.

Si chiama l’iniziativa Cornici private ed è una sorta di ‘guerrilla marketing’ contro lo sharenting, quel fenomeno nato con l’avvento dei social media e la conseguente voglia di apparire, che porta molti genitori a condividere indiscriminatamente foto e informazioni dei propri figli sulle piattaforme online, senza considerare i rischi alla privacy e alla sicurezza dei minori, oltre a lasciare una traccia digitale permanente che potrebbe influenzare le loro vite future.

L’iniziativa è di un gruppo di studenti dell’Istituto Europeo di Design di Roma: Costanza Nastri, Giorgia Michelangeli, Francesca Verini, Giorgia Parisi, Daniele Stecconi.

E Costanza Nastri, 22 anni, nipote di Enzo Tortora che, come gli altri giovani del gruppo, sta per laurearsi in Design della Comunicazione, per spiegare come è nata l’idea e quali saranno i percorsi futuri. «Si parte dalla prospettiva di un progetto universitario allo IED e il tema che abbiamo scelto è quello foto di minorenni pubblicate online dai genitori: vogliamo sensibilizzare le famiglie sui pericoli e sulle conseguenze di un’eccessiva esposizione di contenuti riguardanti i propri figli sui social media – spiega –. Il messaggio che vogliamo lanciare con queste immagini incorniciate e collocate in luoghi frequentati da molte persone è quello di dire: esporre i propri figli online senza alcuna protezione è come lasciarli soli per strada”. Come spiegano Costanza e compagni, il fatto che i minori sembrino così reali è proprio perché l’AI elabora quella gigantesca mole di dati che gli stessi genitori mettono online. Rete non sempre benevola. Il fatto che le fotografie siano state poi incorniciate è a ribadire il concetto che immagini così intime erano private della cornice protettiva rappresentata dai muri di casa.

L’iniziativa è partito il 10 aprile da Roma. Le foto, una settantina, sono state esposte in diverse zone dei quartieri Testaccio ed Eur. Lunedì scorso sono arrivati ​​a Bologna. “Città scelta perché piena di giovani che devono, a loro volta, essere sensibilizzati sui pericoli di un’esposizione eccessiva e incontrollata sui social”, dice Nastri.

Le reazioni nel vedere le foto per strade e piazze? “Ci siamo fermati ad osservarli e dobbiamo dire che erano vari: alcuni erano imbarazzati, curiosi, seccati, ma tutti quelli che poi hanno scattato le foto e hanno capito, anche parlando con noi che eravamo lì, ci hanno dato un grande sostegno e ci hanno incoraggiato a continuare questa iniziativa in tutta Italia – prosegue lo studente –. Adesso stiamo pensando in quale parte del Paese proseguire, se andare a nord o a sud. Su questo dobbiamo avere ragione, ma decideremo presto perché non vogliamo che passi molto tempo tra le varie tappe Dopo Roma e Bologna intendiamo proseguire perché il sostegno, anche da parte dei bolognesi, è stato davvero grandioso”.

Tag: foto bambini strada avvertimento genitori esporre social media

 
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