Piero Bessone, Cesare Baio, Luigi Alberto Broglio, Giorgio Gasparini. Sono i “ribelli Gioia”, studenti del liceo classico di Piacenza divenuti partigiani e morti in battaglia. Erano giovanissimi, gli anni di nascita erano compresi tra il ’23 e il ’26, e caddero sotto i colpi dei nazifascisti senza conoscere il futuro che avevano sognato a scuola. Sotto la guida della docente Marisa Cogliati, la classe quinta A ha svolto un meticoloso lavoro di ricerca durato alcuni mesi sulle tracce di quei “piccoli maestri” (per citare il romanzo di Meneghello) ormai lontani nel tempo.
Si ribella alle convenzioni fasciste, all’ottusa disciplina del regime, fino a compiere gesti clamorosi come quello di Broglio, espulso dal liceo. Gli alunni delle classi quinte sono andati a recuperare dagli archivi scolastici i registri manoscritti dell’epoca, hanno ritrovato le pagelle di quei giovani alunni, cercando di mettere insieme non solo le rispettive storie personali, ma anche dettagli biografici inediti dei loro percorsi scolastici. . Il lavoro di ricerca ha consentito inoltre di ricostruire la condotta del preside di quegli anni, Luigi Massaretti, primo fascista (egli stesso si definì Sansepolcrista) e successivamente sostenitore dell’impresa fiumana di Gabriele D’Annunzio. Fino all’appuntamento al “Gioia” dove si distinse per aver espulso lo studente Broglio, reo di aver deriso pubblicamente il fascismo.
L’appuntamento per la presentazione della ricerca è per Mercoledì 24 aprile presso l’Archivio di Stato a Palazzo Farnese alle 17 gli studenti parleranno e il saluto sarà tenuto da Giulia Piroli dell’Anpi Medina Barbattini di Piacenza.