la maggioranza cede e approva l’emendamento M5s. Ma il presidente farà ripetere la votazione – .

la maggioranza cede e approva l’emendamento M5s. Ma il presidente farà ripetere la votazione – .
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È esploso caos in commissione Affari costituzionali dal Camera. La maggioranza di centrodestra è andato sotto e una modifica del Movimento 5 Stelle è stato approvato. Ma il presidente della commissione Nazario Paganoesponente di ForzaItaliaha deciso di farlo ripetere la votazione, scatenando ovviamente le proteste dell’opposizione. Con il risultato che la seduta è stata rinviata a venerdì.

A Montecitorioquindi, a clima di grande tensione, tra le urla dei presenti. L’emendamento è stato approvato con 10 voti favorevoli e 7 contrari. È la proposta numero 1.19, presentata dal M5S, che chiede eliminare dall’articolo 1 la parola “autonomia”. “Un emendamento molto significativo. Calderoli se ne è accorto chiaramente, era presente, è stato imbarazzante soprattutto per il ministro”, commenta Carmela Auriemma, deputato del M5S che ha firmato la proposta. IL PD, secondo quanto si apprende, non riconosce più l’imparzialità del presidente Pagano e ha chiesto di interrompere la seduta e rinviare il tutto a venerdì. La sua richiesta che Pagano ha deciso di accogliere: “La procedura di voto non si è conclusa. La Commissione riprenderà venerdì“, ha detto il presidente della commissione.

Precedente – Per Pagano, quindi, non essendosi conclusa la votazione sull’emendamento proposto, sul quale – secondo i gruppi di opposizione – la maggioranza è stata sconfitta, venerdì si ripeterà la votazione sullo stesso emendamento. La decisione del politico ForzaItalia è arrivato dopo l’una rottura concesso proprio per approfondire l’indagine: secondo l’art presidente della Commissione l’esistenza di precedenti ne consente la ripetizione votazione. Il riferimento dell’esponente di Forza Italia è probabilmente al voto sul inviato al relatore sull’istituzione di commissione d’inchiesta sul Covid: il 17 gennaio, infatti, il provvedimento non era passato in commissione Affari sociali a causa di a cravatta (dalle 11 alle 11), che per i regolamenti parlamentari conta come uno fallimento. Tuttavia, il voto è stato ripetuto in commissione e approvato, tra la rabbia dell’opposizione che aveva presentato ricorso Lorenzo Fontana: dopo 48 ore il presidente ha fatto ripetere ancora una volta la votazione. Una dinamica molto simile a quella odierna.

Opposizione all’aggressione – L’opposizione, ovviamente, ha attaccato Pagano. «In commissione Affari costituzionali sul disegno di legge sull’autonomia la maggioranza è stata sconfitta ma il presidente Pagano non riconosce l’esito del voto. Siamo di fronte ad un dato di fatto gravità senza precedenti, è incredibile che dopo la continua forzatura dell’esame in commissione, la maggioranza voglia ora piegare l’esito di un voto chiarissimo. Non accetteremo questo tentativo di falsare l’esito di un voto così chiaro”, denuncia Simona Bonafècapogruppo del Partito Democratico Commissione Affari Costituzionali alla Casa. Secondo il Pd, tra l’altro, la proposta di non riconoscere la procedura di voto “non esiste in nessun articolo del regolamento, l’esito del voto è stato chiaro e certificato dai commissari di sala e non c’è bisogno di ripeterlo”. “. Per il capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga la maggioranza è crollata” davanti a un Calderoli incredulo per la totale assenza della Lega, ma non riconosce l’esito del voto. Non accetteremo la dittatura della maggioranza”.

Il centrodestra: “Il voto non era stato proclamato” – «L’opposizione ha proclamato il risultato che il presidente non ha proclamatoquindi ha molta fantasia”, sostiene il capogruppo Fdi alla Camera, Tommaso Foti. La stessa versione di Iger Iezzi, Capogruppo leghista in Commissione: “Non è successo nulla, l’opposizione ha torto. IL aveva chiesto la parola il relatore Urzì e l’ordine dei lavori era quindi sospeso, entrai proprio in quel momento. Come al solito c’è poco da discutere l’opposizione a sinistra è falsa“, dice il leghista. Del tutto opposta, invece, è la ricostruzione di Auriemma, primo firmatario dell’emendamento bocciato dalla maggioranza: “La c’è stata una votazione tanto che subito dopo la votazione il segretario si è alzato e ha certificato i voti favorevoli e contrari. Il presidente poi si è fermato, non lo ha proclamato per provare a recuperare. Solo più tardi sono arrivati ​​i colleghi di maggioranza scomparsi”. “Ho precisato che il regolamento della Camera prevede che, se si ritiene che vi siano state irregolarità – e non ce n’erano – la nuova votazione ha luogo immediatamente. E subito non significa solo a livello temporale ma anche ‘rebus sic stantibus’, cioè con gli stessi soggetti”, dice Alfonso Colucci, deputato del M5s. “Non siamo disposti a riprendere i lavori in assenza di un pronunciamento del presidente della Camera e della Commissione Regolamento”, dice invece Filiberto Zaratticapogruppo dell’Alleanza Verdi Sinistra.

L’emendamento: “Cancellare la parola autonomia” – L’emendamento proposto propone di eliminare la parola “autonomia” dall’articolo 1 del testo sull’autonomia. L’emendamento recita: “Al comma 1, sopprimere le parole: e autonomia”. Questo il testo in questione: “Questa legge, in rispetto dell’unità nazionale e al fine di rimuovere discriminazioni e disparità nell’accesso ai servizi essenziali sul territorio, anche nel rispetto dei principi di unità giuridica ed economicadi coesione economica, sociale e territoriale, anche con riferimento all’insularità, nonché di principi di indivisibilità e autonomia e in attuazione del principio di decentramento amministrativo e di favorire la semplificazione e l’accelerazione delle procedure, la responsabilità, la trasparenza e la distribuzione delle competenze idonee a garantire il pieno rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui all’articolo 118 della Costituzione, come oltre al principio di solidarietà di cui agli articoli 2 e 5 della Costituzione, definisce i principi generali per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e per la modifica e la revoca delle stesse, nonché le relative modalità procedurali per l’approvazione delle intese tra Stato e Regione, nel rispetto delle prerogative parlamentari e dei Regolamenti” –

 
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