«Non vogliamo entrare in polemiche politiche o pseudo-politiche, ma semplicemente condannare comportamenti e linguaggio, purtroppo abbastanza diffusi, frutto di una cultura patriarcale che stenta a morire. Crediamo sia necessario ricordare che episodi di questo genere non sono una novità. Già in passato altri Consiglieri sono stati sottoposti a comportamenti e linguaggio non adatti ai luoghi e ai ruoli in cui si sono svolti. Crediamo quindi che sia giunto il momento di dire basta, di stigmatizzare e di condannare con forza queste situazioni, che non possono essere inserite nelle lotte politiche, che ribadiamo non ci appartengono e non ci riguardano, e comunque anche in questa interpretazione a nessuno può essere consentito di utilizzare linguaggi ed espressioni di quelli spesso utilizzati dai rappresentanti delle istituzioni nelle sedi istituzionali. Vogliamo ricordare, a poche ore dall’anniversario della Giornata della Resistenza e della Liberazione, che la nostra Costituzione afferma senza alcun tipo di interpretazione l’uguaglianza e il rispetto della dignità di ognuno.
Per questi motivi abbiamo scritto al Prefetto chiedendo il suo intervento affinché questi episodi non si verifichino più. Ribadiamo la nostra solidarietà al dottor Piccolo e la riconfermiamo agli altri che sono rimasti vittime di questo modo di fare questo linguaggio che non deve più appartenere a nessuno e tanto meno alle istituzioni”.