“Ho vissuto per anni come se fossi un appestato” – .

“Ho vissuto per anni come se fossi un appestato” – .
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Gianluca Paparesta non ha contribuito al fallimento del Bari calcio nel 2018. Come si legge nella Corriere del Mezzogiorno è quanto stabilito ieri dal gip barese Rosa Caramia, che ha assolto Paparesta (amministratore unico e presidente del club da marzo 2014 a giugno 2016) “perché il fatto non sussiste” da alcuni episodi di bancarotta fraudolenta e “perché il fatto non costituisce reato” da parte di altri.

Nelle pagine di Repubblica troviamo le parole dell’ex arbitro in merito alla vicenda: “Solo io so cosa ho passato. Ho vissuto per anni come se fossi una vittima della peste. Pensavo di tornare in Serie A, costruire un centro sportivo, strutturare un vivaio fiorente, la società come punto forte del marketing territoriale. Ancora oggi sono convinto che queste idee avrebbero avuto un effetto duraturo e forse anche la vita del club sarebbe cambiata.

Ma ovviamente non avevo i soldi per viaggiare così lontano da solo. Ho iniziato con il prestito Infront, poi ho cercato imprenditori che sostenessero il mio progetto. Il territorio non ha risposto come immaginavo, ma non mi sono perso d’animo e ho guardato all’estero, prima ai russi, poi a Dato’ Nordin. Sono andato personalmente in Malesia, ho incontrato anche il re e la regina. In quei giorni erano decine i giornalisti locali che seguivano la vicenda con grande interesse. Ma i soldi non sono mai arrivati ​​perché trasferire ingenti somme di denaro a livello internazionale non è facile. Lo capisco meglio ora che sono a Milano e nel mio lavoro di commercialista mi capita di riscontrare problemi di questo tipo. Ma prima non lo sapevo e ho affrontato tutto con più fiducia. Anche troppo.”

 
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