“Abbiamo ereditato da Mariano Buratti e dalla Resistenza Viterbese la vocazione al libero pensiero e all’abnegazione per l’ideale di giustizia” – .

“Abbiamo ereditato da Mariano Buratti e dalla Resistenza Viterbese la vocazione al libero pensiero e all’abnegazione per l’ideale di giustizia” – .
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Storia – Il ricordo in occasione del settantanovesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo di Emanuel Alison Flamini


Il partigiano Mariano Buratti

Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Nel settantanovesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo il nostro pensiero va alla Resistenza Viterbese e al ricordo di Mariano Buratti originario di Bassano Romano, docente del liceo Umberto I di Viterbo, militare di la guardia di finanza, partigiano con medaglia d’oro al valor militare alla Memoria. Buratti aveva come dote innata la vocazione alla libertà e alla giustizia già maturata nella sua traumatica esperienza nella partecipazione alla guerra d’Etiopia dove fu testimone dell’uso sistematico di gas tossici in un conflitto spietato al di fuori della retorica del regime.

Chiamata alle armi la milizia repubblicana, si diede alla clandestinità, organizzando un nucleo partigiano operante sul Monte Fogliano e avendo logistica nella zona di San Martino. La “Banda Cimino”, inizialmente autonoma e poi coordinata dal Comitato di Liberazione Nazionale, era composta da militari che avevano rifiutato la chiamata, ex allievi dello stesso partigiano Buratti, ebrei tra cui Attilio Coen, elementi del Partito d’Azione e del Gap. La formazione resistente dei Cimini si distinse in azioni ad alto rischio come l’assalto ad un deposito d’armi sul lago di Vico, l’abbattimento di un aereo cicogna tedesco e numerose azioni di sabotaggio su ponti e linee telegrafiche.

Mariano Buratti fu anche l’anello di congiunzione con i servizi segreti dell’OSS che favorì lo sbarco degli alleati ad Anzio. A seguito di una denuncia, venne catturato da Kappler a Ponte Milvio, imprigionato e fucilato a Forte Bravetta il 31 gennaio 1944. Gli stessi familiari di Buratti, durante l’identificazione del cadavere, evidenziarono a Pola i segni delle torture perpetrate sul suo corpo dalle SS nel carcere di via Badger.

L’eredità di Mariano Buratti e della Resistenza viterbese è la vocazione al libero pensiero, l’abnegazione per l’ideale di giustizia, il contributo e il sacrificio per la Liberazione dell’Italia giunta al suo settantanovesimo anniversario.

Buon 25 aprile.

Emanuele Alison Flamini

25 aprile 2024

 
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