Il 2024 di Pesaro capitale. Un quartiere, una scultura. Giri l’angolo e trovi l’arte – .

Il 2024 di Pesaro capitale. Un quartiere, una scultura. Giri l’angolo e trovi l’arte – .
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La terza puntata del progetto Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024 “Dalle sculture in città all’arte delle comunità” a cura di Marcello Smarrelli, che coinvolge i 12 quartieri e il Comune di Monteciccardo, sviluppando il rapporto tra le arti e lo spazio pubblico come fulcro tematico. Protagonista questa volta sarà il Quartiere 2 Cinque Torri-Santa Veneranda che svela alla città “Arco, Archè, Archetipo”, l’intervento di Friedrich Andreoni, a cura di Caterina Angelucci, che attraverso un vero e proprio percorso presenta tre installazioni: “Tracce mnemoniche ”, “Tracce mnemoniche I e II”, “Archè”. Dialogando con la tradizione popolare, storico-artistica e paesaggistica del territorio, questi sono concepiti come attivatori della memoria del Rione. Senza alterarne i connotati, l’artista ne svela e ne svela la preziosità attraverso un processo di sublimazione volto alla ‘riscoperta’ di un luogo già conosciuto e ora filtrato da un nuovo punto di vista. La scelta del titolo del progetto è una licenza poetica dell’artista, che sceglie di declinare Arco, Archè e Archetipo sulla base di un’assonanza.

L’appuntamento di oggi è al Lavatoio di Santa Veneranda (Strada di Fonte Maiano 1) con l’artista Friedrich Andreoni, Caterina Angelucci curatrice del progetto, e Giordano Tamanti presidente del Quartiere Cinque Torri-Santa Veneranda.

“Tracce Mnemoniche” è un’installazione sonora collocata all’interno del lavatoio. Immerse nell’acqua, le casse riproducono la melodia della ‘Petit messe solennelle’ di Gioachino Rossini, composta cinque anni prima della sua morte. L’opera fu l’ultima del compositore pesarese ed è considerata il suo testamento spirituale. Con “Tracce Mnemoniche” Andreoni si inserisce nel paesaggio e nell’architettura preesistente, riflettendo sul valore originario del lavatoio, la cui sorgente era nota fin dal III-II secolo aC per le sue proprietà terapeutiche. Con Tracce Mnemoniche I e II, due bandiere vengono installate all’ingresso di Santa Veneranda: sul telo è stampato lo spettrogramma del campione sonoro che riproduce la Petit messe solennelle. Connessa a Tracce Mnemoniche, l’opera utilizza la bandiera come simbolo identitario, il suono si sublima nel colore e nella forma, diventando un’immagine astratta.

Il percorso si conclude con “Archè”, una scultura in profilo di ferro composta da cinque archi a sesto acuto, alti sei metri, installata sulle colline tra Santa Veneranda e le Cinque Torri, immersa nell’elemento naturale. Partendo dall’etimologia della parola greca archè (origine), Andreoni si ispira all’Anemoscopio Boscovich, un disco di marmo lunense del II secolo d.C. conservato nel Museo Oliveriano di Pesaro: spezzato in due pezzi, sulla faccia superiore presenta il planisfero, mentre su quello dello spessore i nomi greci, traslitterati in latino, dei dodici venti. Archè per Andreoni è una danza circolare, un movimento ripetuto che inizia e finisce sempre nello stesso punto, tanto che la sua origine è confusa.

 
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