nel padovano sono stati spesi 5 miliardi per riqualificare gli edifici – .

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PADOVA – Ora che il Consiglio dei ministri europei dell’Economia e delle Finanze ha deciso, non c’è più scampo. L’UE vuole ridurre la produzione di anidride carbonica nell’atmosfera. Un terzo è prodotto da caldaie e daglielo installazioni di edifici: case singole, condomini, fabbriche, ospedali. Dal 12 aprile, data della decisione, il governo ha due anni per fare una legge che dia le direttive. Il target è soprattutto chi vive in case con classificazione energetica la più bassa cioè classe F o G.

Per quanto riguarda il territorio di Padova e provincia la situazione è grave. Cinque miliardi di euro: ecco quanto dovranno pagare i cittadini della provincia riqualificare gli immobili, in considerazione del primo obiettivo previsto dal Direttiva europea sulle serre per il 2030: ridurre del 16% il consumo medio di energia del nostro parco immobiliare.

I NUMERI

La stima è stata effettuata da Confartigianato Imprese Padovain collaborazione con la società di consulenza Smart Land, sulla base del numero di abitazioni attualmente in classi F e G nella nostra provincia, prevedendo un costo medio di ristrutturazione di 30mila euro. Complessivamente parliamo di 170mila edifici meno performanti dal punto di vista energetico.

IL PRIMO PASSO

«Se si considera che la Direttiva Green Homes prevede di raggiungere il emissioni zero entro il 2050, è chiaro che questa somma si riferisce solo al primo passo di un percorso che ci porterà a riqualificare integralmente il nostro patrimonio immobiliare, con una spesa che rischia di incidere sui cittadini se non costruiamo strumenti normativi certi e stabili” spiega il presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio.

A RISCHIO

Analizzando le certificazioni energetiche depositate alla Regione Veneto dal 2013 al 2023 emerge che ne sono state rilasciate 157.382 certificazioni energetiche (Ape) relativi al solo settore residenziale. Il 49,6% delle abitazioni certificate è in classe F e G.
Per quanto riguarda le abitazioni non certificate la situazione è diversa. Si tratta essenzialmente di abitazioni per le quali, ad oggi, non è stata necessaria la certificazione, perché abitate dai proprietari o affittate prima dell’avvento della disciplina sull’indicazione obbligatoria della certificazione energetica nei contratti di locazione. Il 40% di questi edifici sono anche in classe F e G.

LA SOMMA

In termini assoluti sono 92mila le case non certificate da riqualificare. A queste vanno aggiunte le 78mila case già certificate, per un totale di 170mila case che richiederanno interventi nei prossimi anni, oltre il 44% di case occupate.
«Possiamo capire che la stretta del Governo sul Superbonus sia motivata dall’esigenza di contenere la spesa pubblica, ma dobbiamo tenere presente che queste decisioni stanno avendo un forte impatto su migliaia di aziende e clienti che hanno utilizzato una misura dello Stato per migliorare i consumi energetica dei propri edifici – precisa il presidente delle Edili di Confartigianato Imprese Padova Nicola Zanfardin – Al di là del rallentamento sul Superbonus, resta la necessità di riqualificare il nostro patrimonio edilizio, alla luce della normativa europea. È ovvio che occorre individuare soluzioni per facilitare la transizione prevista dalla Direttiva Green Homes. Dobbiamo garantire che le ristrutturazioni siano accessibili a tutti, senza gravare completamente sui contribuenti”.

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Il Gazzettino

 
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