Cuneo fiscale, l’Italia soffre ancora. È al quinto posto tra i paesi più tassati – .

Cuneo fiscale, l’Italia soffre ancora. È al quinto posto tra i paesi più tassati – .
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Roma, 26 aprile 2024 – Buste paga un po’ più ricchi per i lavoratori con famiglia, tasse sempre molto pesanti per i single. Confermato il taglio del cuneo fiscale per tutto il 2024 da parte del governo (con l’obiettivo di renderlo strutturale) ha spostato di pochi decimali la posizione dell’Italia nella poco invidiabile classifica Ocse dei paesi dove la differenza tra lo stipendio intascato e quello effettivamente corrisposto dalle imprese è più alta. In media, il cuneo fiscale è stato del 34,8% nel 2023, rispetto al 34,7 dell’anno precedente.

Cuneo fiscale, l’Italia soffre ancora

Ma in Italia, per un singolo lavoratore, il peso complessivo delle imposte sui salari è rimasto invariato 45,1%sostanzialmente stabile rispetto al 2022 (era al 45%). Il tasso medio nei paesi OCSE – organismo guidato da Mathias Cormann – si attesta al 34,8% (34,7% nel 2022) e L’Italia è al quinto posto per l’incidenza più alta tra i 38 Paesi dell’organizzazione parigina, dopo Belgio (52,7%), Germania (47,9%), Austria (47,2%) e Francia (46,8%). Tra gli altri grandi player occidentali, il Regno Unito scende al 31,3% (-0,3) e gli Usa al 29,9% (-0,5%). La Svizzera si ferma al 23,5% e i Paesi Bassi scendono dello 0,7% al 35,1%. Nel nostro Paese, Sono soprattutto le tasse e i contributi previdenziali a fare la differenza, che rappresentano il 90% del cuneo fiscale, contro una media del 77%. Le cose vanno meglio per un lavoratore sposato con due figli.

In questo caso l’Italia scende all’ottavo posto della classifica, con un cuneo del 33,2% contro una media del 25,7%. Eppure da allora qualcosa si è mosso anche nel nostro Paese tra il 2000 e il 2023 il cuneo fiscale per il lavoratore single è diminuito di 2 punti percentuali (dal 47,1 al 45,1%), mentre nello stesso periodo, nei paesi OCSE, è diminuito di 1,4 punti percentuali (dal 36,2 al 34,8%). Ma è stato un ritmo sufficiente per recuperare posizioni in classifica. L’effetto combinato dell’aumento delle tasse e di quello dell’inflazione ha di fatto ridotto il potere d’acquisto dei lavoratori. I salari medi sono aumentati in termini nominali in 37 paesi, ma sono diminuiti in termini reali in 18 paesi, inclusa l’Italia.

Nel caso della Penisola, il valore complessivo del cuneo si ottiene sommando il 16,8% delle imposte sul reddito (media OCSE 13,3%), il 4,3% dei contributi versati dal lavoratore (8,1% OCSE) e il 24% dei contributi versati dal lavoratore. datore di lavoro (13,4% OCSE).

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