Le associazioni in difesa dell’ospedale tornano a farsi sentire: ‘Gli ospedali delle due città non hanno pari dignità’
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato firmato dal comitato di strada per la sanità pubblica, dal comitato civico di sanità pubblica Spoleto Valnerina, da Casa Rossa Spoleto e dal coordinamento per la sanità pubblica dell’Umbria in merito all’incontro sull’ospedale tenutosi con la CGIL e la UIL .
“Diamo un nome alle cose per riconoscerle. Le chiediamo quindi, lei è favorevole all’integrazione tra gli ospedali di Spoleto e Foligno? Se è così, cancellate dal ‘vocabolario’ politico la definizione di terzo polo ospedaliero. Usare lo stesso nome per progetti diversi e anche opposti è un modo di fare che non dà chiarezza ed è ambiguo.
Il terzo polo non è l’integrazione ma il nome dato all’operazione politica di subordinazione dell’ospedale di Spoleto a quello di Foligno. La subordinazione di San Matteo degli Infermi a San Giovanni Battista, con il primo destinato alle attività programmate e il secondo all’Emergenza Urgenza. Con la prima privata del Centro Nascita e della cardiologia 24 ore su 24 per un vero pronto soccorso e con la seconda che assorbe questi servizi.
Integrazione significa invece pari dignità tra i due ospedali dello spoletino, Foligno e Valnerina. Tra un territorio di 90.000 abitanti come Foligno e un territorio di 60.000 abitanti come Spoleto-Valnerina, pari dignità significa 3/5 delle attività di Emergenza Urgenza dirette da Foligno e 2/5 delle attività di Emergenza Urgenza dirette da Spoleto-Valnerina; con servizi di base e prioritari, centro nascita e pronto soccorso, presenti in entrambi gli ospedali. Stessa proporzione per le attività programmate. Se non si rispettano questi rapporti di pari dignità non si può parlare di integrazione ma di subordinazione”.
