«Poco personale, turni massacranti e burnout». Così il pronto soccorso di Udine rischia il collasso – Nordest24 – .

«Poco personale, turni massacranti e burnout». Così il pronto soccorso di Udine rischia il collasso – Nordest24 – .
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UDINE. Secondo quanto riferito, il pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, il più grande del Friuli Venezia Giulia, è al limite. “La recente ondata di dimissioni, tra cui quella del direttore e del suo direttore ad interim, ha evidenziato una serie di problemi strutturali e organizzativi che non possono più essere ignorati”. Lo riferisce Aaroi Emac, l’associazione di anestesisti E rianimatori.

Situazione attuale e cause del disagio

Le difficoltà del pronto soccorso di Udine sono molteplici e complesse. L’associazione degli anestesisti e rianimatori Aaroi Emac ha denunciato un”situazione in drammatico peggioramento“, evidenziando diversi aspetti critici che di seguito riassumiamo:

Turni massacranti e mancata gestione dei flussi aziendali: Il personale è sovraccarico a causa di una gestione inefficace dei flussi di pazienti.

Drastica riduzione del personale: più della metà del personale medico ha lasciato il proprio posto di lavoro nell’ultimo anno, aggravando la carenza di personale.

Utilizzo di cooperative e operatori di token: l’ingresso di personale esterno, spesso non adeguatamente integrato nella realtà ospedaliera, ha complicato ulteriormente la gestione.

Burnout e stress lavoro-correlato: l’alto tasso di assenze per stress testimonia il grave livello di burnout dei lavoratori.

Dimissioni del funzionario in carica

«La notizia delle dimissioni del responsabile del pronto soccorso dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine è molto grave – ha espresso il consigliere regionale Furio Honsell di Open Sinistra FVG. «Non è possibile che il pessimo clima aziendale e organizzativo del più importante ospedale friulano continui a peggiorare. Già le numerose dimissioni e spostamenti di personale pubblico avevano costretto l’ASUFC a stipulare contratti molto costosi con cooperative private per la gestione dei servizi di pronto soccorso, il che aveva creato serissimi problemi di coordinamento. L’assessore Riccardi non può più trovare scuse, deve rispondere in prima persona dei gravi problemi gestionali. Da 6 anni desidera assumersi questo compito. Non può quindi più attribuire la colpa a chi c’era prima. Il COVID è ormai finito. Ci sono medici nel settore privato. Nella nostra regione non è previsto alcun tetto di spesa per il personale sanitario. Mi rivolgo al presidente Fedriga, se i dipendenti pubblici continuano a dimettersi o c’è una strategia per farlo o chi gestisce le decisioni di vertice nel Sistema sanitario regionale pubblico deve essere sostituito, prima che sia troppo tardi”

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